Con il Covid aumenta il rischio di sviluppare il diabete. La conferma arriva da uno studio su quasi 630mila persone condotto da Naveed Janjua del British Columbia Centre for Disease Control a Vancouver e pubblicato sulla rivista Jama Network Open. Gli esperti hanno confrontato gli esiti clinici di 125.987 individui risultati positivi al tampone molecolare con quelli di un gruppo di controllo di 503.948 individui non esposti al coronavirus SARS-CoV-2 (età media dei due campioni 32 anni). Nessuno dei partecipanti aveva ricevuto il ciclo completo di vaccinazione.
Durante il follow-up di 257 giorni in media (fino a un monitoraggio della durata massima di un anno), gli esperti hanno diagnosticato il diabete a 608 individui che hanno avuto il Covid (0,5% del campione) e a 1.864 individui del gruppo di controllo (0,4%). Il tasso di diabete è risultato significativamente più alto nel gruppo esposto al Covid rispetto a quello non esposto (672,2 casi per 100.000 persone contro 508,7 casi per 100.000 persone). Quindi il rischio di ammalarsi di diabete è risultato il 17% maggiore nel gruppo Covid. Il rischio di diabete era più che doppio tra le persone con infezione grave rispetto a quelli senza Covid. Le persone ricoverate in terapia intensiva avevano una probabilità più che tripla di sviluppare il diabete. La quota di casi di diabete attribuibili all’infezione da SARS-CoV-2 è stata del 3,41% complessivamente e del 4,75% tra i maschi.
Altri studi sostengono il legame Covid-diabete
I risultati dello studio canadese si aggiungono a un crescente numero di prove sugli effetti a lungo termine del Covid. La maggior parte dei lavori ha riportato un aumento delle diagnosi in seguito all’infezione, oltre a un rischio maggiore di contrarre il diabete, un rischio più elevato per gli uomini e in generale per i soggetti con Covid grave.
Non è ancora certo, però, che l’infezione da Covid possa causare direttamente il diabete. Secondo gli esperti, è possibile che molti pazienti in via di guarigione dal Covid abbiano maggiori probabilità di ricevere una diagnosi di diabete semplicemente perché sottoposti a cure e controlli più regolari rispetto alla popolazione generale. “È ragionevole chiedersi: si tratta di un aumento effettivo o di qualcosa che ha accelerato il diabete che si stava manifestando comunque nelle persone, ma che si è sviluppato prima?”, ha affermato Pamela Davis, Professoressa di medicina della Case Western Reserve University di Cleveland, commentando lo studio canadese.