Runner morto in Trentino, Fugatti: “gli orsi problematici vanno abbattuti”

Trentino, Fugatti: “l’orso che ha ucciso il runner è un pericolo pubblico, il progetto Life Ursus oggi è sproporzionato"
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Dopo il tragico attacco mortale al runner Andrea Papi, 26 anni, il 5 aprile scorso, il problema della convivenza con gli orsi in Trentino è tornato centrale nelle discussioni. “Procedere all’abbattimento dell’esemplare identificato” come l’autore dell’aggressione mortale, si legge nell’ordinanza contingibile e urgente firmata dal Presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. Tenuto conto della situazione di “gravissimo pericolo per l’incolumità e la sicurezza pubblica, riguardante potenzialmente più comuni“, il documento prevede che il Corpo Forestale trentino prosegua il monitoraggio intensivo dell’area ove si è verifica la tragedia, al fine di assicurare la massima tutela dell’incolumità e della sicurezza pubblica, oltre che di “procedere, nel più breve tempo possibile, all’identificazione genetica dell’esemplare che si è reso protagonista dell’aggressione“. Le analisi di laboratorio sui reperti, a cura della Fondazione Edmund Mach, porteranno all’attribuzione del codice identificativo dell’orso in questione.

Eventuali esemplari catturati, indiziati di essere quello ricercato, potranno essere custoditi momentaneamente in cattività in attesa della conferma genetica della loro identità“, si legge ancora nell’ordinanza. “Seguiranno altre ordinanze per la rimozione di tre orsi problematici: MJ5, JJ4 e M62: per procedere servirà il parere, non vincolante di Ispra. Abbiamo avuto rassicurazioni verbali sull’accoglimento anche di queste richieste“, specifica Fugatti.

Gli esemplari problematici, come abbiamo deciso ieri, vanno abbattuti velocemente. Ci attendiamo la giusta collaborazione da parte delle autorità competenti: mi riferisco allo Stato, ai Ministeri, Ispra, che in qualche situazione hanno dimostrato un certo ostracismo nella storia di questo progetto rispetto alle posizioni della Provincia autonoma di Trento“. Lo ha detto Maurizio Fugatti, a margine dell’incontro con i sindaci della Val di Sole dopo la tragedia di Caldes in cui ha perso la vita Papi, 26 anni. Il Presidente ha illustrato ai sindaci il piano d’azione previsto nell’ordinanza urgente firmata ieri: abbattimento del plantigrado responsabile dell’attacco, eliminazione di altri tre esemplari problematici, la revisione del progetto Life Ursus per dimezzare, da 100 a 50, il numero di orsi presenti in Trentino.

E’ chiaro che il progetto ‘Life Ursus’ nella sua originaria impostazione che prevedeva un obiettivo di una cinquantina di orsi sul territorio trentino, oggi è sproporzionato rispetto alle originarie istanze, perché ne abbiamo circa un centinaio, oltretutto su una parte del Trentino. Se vogliamo garantire la convivenza uomo-animale, dobbiamo fare in modo che il suo progetto torni alle sue origini che sono una cinquantina di esemplari”, ha aggiunto Fugatti.

Sindaci della Val di Sole: “ridurre il numero di animali”

I sindaci dei Comuni della Val di Sole, la vallata dove è avvenuta l’aggressione ad Andrea Papi, è unita nella linea assunta dalla giunta provinciale, quella di ridurre il numero degli orsi che frequentano le montagne del Trentino. “I cittadini chiedono risposte concrete, che le autorità sono chiamate a dare”, hanno detto i sindaci, con in testa il primo cittadino di Caldes, Antonio Maini e il Presidente della Comunità Val di Sole, Lorenzo Cicolini. Il Vicepresidente Tonina ha evidenziato come “dobbiamo distinguerci per razionalità e responsabilità rispetto alle esigenze della popolazione. L’Amministrazione dimostra in questo modo la giusta fermezza di fronte alla presenza di animali problematici: il progetto così com’è, oggi non sta più in piedi e va rivisto in maniera radicale”.

Su questa vicenda ho trovato unità del territorio, senso di responsabilità e volontà di affrontare congiuntamente questa tragedia sia sotto le decisioni prese in queste ore che in prospettiva – ha detto Fugatti – Adesso ci sarà l’ordinanza che riguarda il soggetto che ha causato la morte del giovane e poi le altre rispetto ai soggetti pericolosi che nel tempo le autorità statali o il tribunale amministrativo non ci hanno concesso di poter procedere all’abbattimento. Poi ci sarà il percorso sul far ritornare questo progetto (Life Ursus, ndr) alle proprie origini quindi alla cinquantina di esemplari e non di più: oggi sono il doppio e stanno creando problemi di convivenza uomo-animale che i cittadini conoscono”.

Intanto prosegue il presidio intensivo da parte del Corpo Forestale trentino del fronte compreso tra Mostizzolo e la Val Meledrio. Il personale effettua anche una attività di informazione verso le persone intendono usufruire della rete stradale e sentieristica.

Lo studio di fattibilità del ‘Progetto Life Ursus’ per la reintroduzione negli orsi in Trentino tra il 1999 e il 2002, curato dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica, aveva accertato l’idoneità ambientale per ospitare, come obiettivo finale, una popolazione vitale di plantigradi tra 40 e 60. L’areale doveva andare ben oltre i confini del Trentino, mentre la maggior parte del centinaio di esemplari attualmente presente in Trentino si sposta all’interno di un’area ampia circa 1.500 chilometri quadrati (pari a un quarto dell’intero territorio provinciale) e fortemente antropizzata.

In Trentino schedato l’85% degli esemplari

In Trentino l’85% degli orsi è schedato, ovvero sono identificati a livello di genetica. Restano esclusi gli orsi più giovani. Lo apprende l’AGI dalla direzione dei Servizi foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento. Secondo la mappa delle segnalazioni, gli orsi del Trentino si trovano nella parte occidentale del territorio. In particolare in Val di Sole sulla destra orografica del fiume Noce tra Dimaro e Mostizzolo con concentrazione molto elevata sulle pendici del Monte Peller. Le zona dove è stato aggredito mortalmente il runner Andrea Papi è considerata ad alta presenza di orse con i cuccioli. Altre zone dove sono stati segnalati orsi sono la Val Rendena, Storo, Spormaggiore, Andalo e l’Alto Garda. In passato alcuni ‘orsi trentini’ hanno sconfinato in Alto Adige e persino in Austria.

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