di Alessandro Martelli (esperto di sistemi antisismici, già direttore ENEA) – Il 18 aprile ricorrerà l’anniversario del terremoto di San Francisco del 1906, l’evento sismico più distruttivo ad aver colpito gli Stati Uniti d’America. Esso fu di magnitudo Richter M = 8,3 e di magnitudo momento Mw = 7,8; fu, quindi, di violenza assai maggiore rispetto a quella dei sismi più devastanti che, almeno in tempi storici, risultano aver colpito la Sicilia e la Calabria (terremoto della Val di Noto del 9÷11 gennaio 1693, di magnitudo momento massima Mw max = 7,3, e terremoti della Calabria Meridionale del 5 febbraio e del 28 marzo 1783, di Mw max = 7,1). La scossa principale del terremoto di San Francisco si verificò alle 15:13, ma la terra aveva iniziato a tremare già alle 5:12 del mattino, al largo della faglia di San Andreas (tuttora giudicata la più pericolosa lungo l’Oceano Pacifico). L’epicentro risulta esser stato sulla costa di Daly City, a sud-est di San Francisco.
Il terremoto innescò, a San Francisco, un vastissimo incendio, che causò la maggior parte delle circa 3.000 vittime (molte delle quali di origine cinese) e degli enormi danni (Figg. 1 e 2). Oltre a San Francisco, subirono danni anche città circostanti, come Santa Rosa, San Jose e Stanford. Le scosse furono avvertite dall’Oregon a Los Angeles e persino in Nevada.
Gli sfollati furono ben 225.000÷300.000, su un totale dei circa 400.000 abitanti di allora.
La City Hall di San Francisco
È da notare che, a San Francisco, fra i tanti edifici distrutti dal sisma, vi fu il Municipio (City Hall, Fig. 3). Esso fu ricostruito nel 1912, con tecniche tradizionali, ma fu nuovamente fortemente danneggiato dal successivo terremoto di Loma Prieta del 17 ottobre 1989 (Mw = 6,9). Pertanto, nel 2000, fu restaurato (Fig. 4), adeguandolo sismicamente (come numerosi altri edifici e ponti statunitensi [1]), grazie all’inserimento, alla base dell’edificio, di 530 isolatori elastomerici con nucleo interno in piombo (Lead Rubber Bearing o LRB) e di 62 isolatori a scorrimento a superficie piana (Sliding Device o SD).
Il Golden Gate Bridge
È anche da notare che, nonostante l’elevata entità del terremoto del 1906, nel 1937 fu costruito, tra San Francisco e Sausalito (nella contea di Marin), quello che al tempo era il ponte a campate sospese più lungo al mondo: il Golden Gate Bridge (Fig. 5). Esso passa sopra lo stretto che mette in comunicazione l’Oceano Pacifico con la Baia di San Francisco ed è riconosciuto simbolo della città. È lungo 2,71 ed è alto 67 m, in condizioni di alta marea. La sua campata principale, sospesa grazie a torri alte 225 m sul livello del mare, è lunga 1.282 m.
Contrariamente a tante altre costruzioni della zona, il Golden Gate Bridge non subì danni durante il terremoto di Loma Prieta. Però in considerazione dell’elevata probabilità stimata dall’United States Geological Survey (USGS) di un nuovo violento terremoto nell’area di San Francisco nel giro di qualche decennio, si sta operando per aumentare la sicurezza sismica del ponte, inserendovi, fra l’altro, dissipatori sismici.
Se nel 1937 il ponte a campate sospese più lungo al modo era il Golden Gate Bridge, confido che, tra pochi anni, lo sarà il ponte sullo Stretto di Messina. In base alle attuali conoscenze sappiamo ora bene come renderlo sicuro, grazie ad adeguati dispositivi (a mio avviso, dissipatori) a fronte sia di violenti terremoti, sia di devastanti maremoti, sia del vento.
Riferimenti bibliografici
[1] Alessandro Martelli, a cura di Redazione Meteoweb: «Prevenzione del rischio sismico: vasta applicazione delle moderne tecnologie anche negli USA – Le moderne tecnologie antisismiche sono largamente applicate anche negli USA, in particolare nei suoi Stati più sismici, come la California», Meteoweb, https://www.meteoweb.eu/2022/04/prevenzione-rischio-sismico-usa/1782019/, 4 aprile 2022.