Purtroppo alcuni frammenti lapidei si sono staccati all’interno dell’intercapedine della Cupola del Brunelleschi del Duomo di Firenze, e si sono disintegrati su uno dei tratti di scala tra il ballatoio e la lanterna. L’accaduto, a cui hanno assistito due addette della sorveglianza, risale alla tarda serata di venerdì scorso, e miracolosamente l’ultimo gruppo di turisti era già uscito e pertanto non ci sono stati feriti. Riportano la notizia oggi i quotidiani “La Repubblica” e “Il Tirreno“.
Secondo quanto è stato ricostruito, il danno riguarda uno dei grandi oblò che sovrastano la scala nel tratto più ripido e basso per salire alla sommità della Cupola. In seguito al distacco delle pietre, è intervenuta la squadra tecnica dell’Opera di Santa Maria del Fiore, composta da architetti e operai, e dalle prime verifiche effettuate quanto accaduto non evidenzierebbe rischi per il monumento. La cupola è rimasta chiusa sabato scorso fino alle ore 10 per poi riprendere regolarmente dopo questo orario.
Il distaccamento di una pietra di circa sette-otto chili
Si pensa che il maltempo possa aver influito sul distaccamento della pietra “da circa sette-otto chili” dalla cupola del Brunelleschi. “Sicuramente sì“: stando a “una delle ipotesi fatta dall’Università di Firenze e dai nostri tecnici, il materiale potrebbe essere stato investito dalla grossa grandinata che c’è stata nei giorni scorsi in città. E questo potrebbe aver accelerato il distacco della massa pietrosa“. Lo ha dichiarato il direttore generale dell’Opera di Santa Maria del Fiore, Lorenzo Luchetti, incontrando i giornalisti dopo la diffusione della notizia. Lucchetti ha spiegato che la cupola è composta da una parte interna e una esterna. Nel mezzo, nell’intercapedine, passano le scale di servizio che vengono utilizzate per salire sulla cima dell’opera e dove è atterrata la pietra che fascia uno degli “occhi” della Cupola.
Gli “oblò” che hanno la funzione di essere prese d’aria e che sono rivestiti di pietra serena “di oltre 600 anni fa” su cui agisce “l’usura del tempo“, ha ricostruito Luchetti. Si tratta, continua, “di uno degli occhi posizionati nella parte più alta della Cupola. Lì la gru“, sorretta dal mezzo pesante che due volte l’anno controlla la superficie del Duomo (così come in questi giorni), “non riesce ad accedere. Lo facciamo soltanto attraverso calate dei nostri operai, normalmente sempre due volte l’anno“. Nello specifico “le ultime sono state effettuate prima del Covid, perché ancora non abbiamo finito tutta l’attività formativa relativa alla possibilità per gli operai di poter fare questo tipo di calate“.
“Sono episodi che non si possono prevedere”
Secondo Lucchetti, episodi, come questo sono da mettere nel conto: “questi rischi non sono annullabili, purtroppo è matematicamente impossibile farlo e nessuno ha la possibilità di prevedere il futuro. Noi, però, facciamo tutto il possibile per ridurre al massimo il rischio di eventi di questo tipo“, agendo attraverso il monitoraggio “con il massimo impegno“.
Il distaccamento dello scorso venerdì, quindi, “non potava essere previsto. L’abbiamo gestito nel momento in cui si è verificato“. Ora, infatti, sull’area danneggiata “non ci sono rischi“, per questo il monumento è stato riaperto già alle 10 di sabato mattina, come ha dichiarato Lucchetti. E se i sindacati lamentano di aver chiesto una relazione tecnica sull’accaduto, che però, dicono, è stata negata, Luchetti sul tema taglia corto: “A me non ha chiesto nulla nessuno“.