Inchiesta Covid, Speranza ai giudici: “piano pandemico non applicato perché considerato inefficace”

L’ex Ministro Speranza ha risposto alle domande dei giudici nell’ambito dell’inchiesta sul Covid: “totalmente estraneo alle accuse”
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L’ex Ministro della Salute Roberto Speranza ha detto ai giudici del Tribunale dei Ministri di essere “totalmente estraneo” alle accuse maturate nel corso dell’inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione delle prime fasi della pandemia di Covid. Lo riferisce il suo legale Guido Calvi dopo l’interrogatorio. ”Speranza ha fatto una breve dichiarazione in cui ha illustrato le ragioni della sua condotta, rispettosa delle norme, e ha ribadito l’estraneità di ogni addebito”, ha detto l’avvocato. Nell’inchiesta, Speranza è accusato di omicidio colposo ed epidemia colposa per la gestione.

La Procura aveva proposto delle domande che i giudici hanno ritenuto di non fare – aggiunge Calvi -. Così abbiamo fatto una dichiarazione spontanea spiegando che il piano pandemico del 2006 non è stato applicato perché tutta la comunità scientifica lo considerava inefficace ma è stato poi fatto tutto il possibile e si è iniziato a programmare un nuovo piano. L’Italia, dopo la Cina, ha avuto il merito straordinario di avere preso dei provvedimenti sanitari. Perché non era stato aggiornato il piano del 2006? Non dovete chiederlo a noi…”. Il riferimento sembra essere ai precedenti governi.

Speranza ha ribadito, nell’incontro durato circa mezz’ora, che il piano pandemico era ‘‘assolutamente inefficace per combattere il Covid” e che ”ha fatto tutto per tutelare la salute degli italiani” con interventi tempestivi dopo che l’Oms ha ‘ufficializzato’ la pandemia. Il difensore ritiene grave” l’errore del consulente della procura, il microbiologo Andrea Crisanti, di imputare un ritardo quando l’Organizzazione mondiale della sanità lanciava solo raccomandazioni. Oltre alle dichiarazioni spontanee, Speranza ha anche depositato una memoria difensiva di circa 70 pagine.

 

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