In una giornata condizionata dall’insolita nube di fumo proveniente dagli incendi in Canada, oggi a Reggio Calabria è iniziata l’Assemblea Generale della Commissione Intermediterranea (CIM), nello splendido scenario dell’Altafiumara resort, a Santa Trada di Villa San Giovanni, sullo Stretto di Messina. All’evento stanno partecipando delegati istituzionali di 8 Paesi del Mediterraneo e domani si concluderà con la presenza di ministri, governatori e ambasciatori tra cui il Vice Premier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, oltre al Ministro del Mare e della Protezione Civile Nello Musumeci.
L’incontro è l’occasione per per condividere strategie comuni sui temi più caldi dell’area mediterranea, tra cui il cambiamento climatico, il mare, la pesca, l’energia e i trasporti, con l’obiettivo di sottoporre all’Unione Europea interventi condivisi in base alle esigenze dei Paesi Mediterranei. Durante i workshop odierni, dedicati proprio al cambiamento climatico, è intervenuto tra gli altri Luigi Cipriani, geologo della Direzione della Difesa del Suolo e della Protezione Civile per il settore Tutela del Territorio, della Costa e delle Acque della Regione Toscana. Cipriani ha tenuto una relazione sul progetto Horizon Regions4climat e a margine dell’incontro ha concesso ai microfoni di MeteoWeb un’intervista molto interessante (nel video a corredo dell’articolo) in cui ha evidenziato l’importanza dell’adattamento climatico come la strategia principale per prevenire gli effetti dei fenomeni meteo estremi, precisando con grande saggezza come la natura abbia sempre avuto i meccanismi e gli anticorpi per adattarsi naturalmente al cambiamento climatico, invece si pone il problema dell’uomo che deve riuscire ad avere quell’elasticità necessaria ad adattarsi al clima che cambia.
Molto spesso la strategia dell’adattamento climatico viene considerata alternativa e secondaria rispetto alla lotta al cambiamento climatico, intesa come tentativo di evitare che il clima cambi. Per questo motivo, si investe molto poco nell’adattamento climatico a fronte di risorse enormi per la lotta al cambiamento del clima. Questi fondi, però, non hanno alcuna garanzia di efficienza: non sappiamo bene come e perchè il clima cambi, come su MeteoWeb evidenziamo quotidianamente rispetto alla mancanza di certezze assolute sulle cause del cambiamento climatico. Ma soprattutto, si tratta di una questione globale che potrebbe avere successo soltanto se gestita in modo uniforme a livello planetario, e sappiamo bene che così non è anzi l’Europa e i Paesi occidentali sono molto minoritari per quanto riguarda le emissioni considerate clima-alteranti.
Al contrario, ogni investimento nell’adattamento climatico – purché ovviamente ragionato su dati scientifici e su interventi utili – è per definizione efficiente e risolutivo e non sarà mai vano, perchè ribalta l’ottica della lotta al cambiamento climatico e parte dalla necessità di proteggere le persone e le cose. Non più, quindi, la presunzione di fermare il clima che cambia, ma l’umiltà di riconoscersi piccoli rispetto alle forze della natura e adattarsi di conseguenza, costruendo in modo migliore, ritrovando quella sintonia purtroppo perduta con la natura, evitando l’eccesso di consumo del suolo e realizzando quelle infrastrutture necessarie ad evitare i danni dei fenomeni estremi, come ad esempio dighe e invasi contro la siccità, casse di espansione e canali di scolo contro le alluvioni, ma anche interventi specifici sulle aree costiere contro l’erosione, le mareggiate distruttive e l’innalzamento del livello dei mari. Proprio su questo si concentra il progetto Horizon Regions4climat e riteniamo che dovrebbero essercene dieci, cento e mille altri non solo in Toscana ma in tutte le Regioni d’Italia, del Mediterraneo e d’Europa per fornire le risposte più corrette al clima che cambia mettendo in sicurezza le persone, i paesi e le città proteggendo l’economia, la società, il benessere e le vite umane in modo pratico e realista.