Il livello dell’acqua a Nova Kakhovka, città ucraina nella regione di Kherson, è aumentato di oltre 10 metri dopo che nella notte un’esplosione ha distrutto la diga della città. E’ quanto riferisce l’agenzia di stampa statale russa Tass che cita il sindaco della città Vladimir Leontev. Secondo il primo cittadino è in corso l’evacuazione dei residenti di circa 300 abitazioni situate sulle rive del Dnepr.
L’amministrazione filo russa insediata nelle zone occupate della regione di Kherson ha denunciato l’inondazione di 600 abitazioni nei tre diversi paesi del distretto di Novaya Khakovka maggiormente colpiti dall’acqua riversata dopo che la diga è stata distrutta, rende noto Tass.
“150 tonnellate di olio motore” si sono riversate nel fiume Dnepr in seguito alla distruzione della diga idroelettrica di Kakhovka, generando un enorme rischio ambientale. “C’è anche il rischio di nuove perdite di petrolio, che hanno un impatto negativo sull’ambiente“, ha scritto su Telegram Daria Zarivna, consigliere per la stampa del capo dell’amministrazione presidenziale ucraina, Andriy Yermak. La presidenza ucraina ha quantificato questo “ulteriore rischio di fuoriuscita” in “più di 300 tonnellate“. La distruzione della diga – definita “ecocidio” da Yermak – fa temere conseguenze per la fauna e la flora.
Costruita nel 1956 a 30 km ad Est da Kherson, la diga di Nova Kakhovka sul fiume Dnieper è alta 30 metri e larga diverse centinaia e il suo bacino contiene circa 18 km cubici di acqua, lo stesso volume del Great Salt Lake nello Utah. Il suo danneggiamento ed eventuale distruzione, per i quali Kiev e Mosca si stanno accusando a vicenda, ha provocato l’inondazione dell’area circostante.
La diga e il suo bacino garantiscono il rifornimento idrico alla Crimea, annessa alla Russia dal 2014, ed alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, oltre ad alimentare la centrale idroelettrica di Kakhovka. Di grande importanza anche strategica, la diga è stata occupata dai russi subito dopo l’inizio dell’invasione e da allora è controllata da loro.