Mal di testa da vino

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Un bicchiere di vino non ha mai fatto male a nessuno… Eppure a qualcuno è capitato di soffrire di episodi di mal di testa a seguito di una sua parca assunzione! Oggi vedremo insieme perché può accadere!

Il mal di testa da vino è un tipo di mal di testa che può insorgere a seguito di assunzioni morigerate di detta bevanda, tanto che un semplice bicchiere può essere sufficiente a scatenarla.

N. B. Non parliamo del più comune mal di testa da alcool, che si scatena frequentemente a seguito di elevate quantità di qualsivoglia fonte alcolica, ma di una forma di cefalea le cui cause sembrano affondare radici in alcune sostanze contenute specificamente nel vino.

Ma perché ciò accade?

Anzitutto è bene precisare come l’etanolo presenti azione vasodilatatrice, stimolando le sensazioni dolorifiche a livello cerebrale (e fin qui, direte, succede anche con birra, superalcolici e via dicendo), ma c’è di più!

Il vino, in particolar modo quello rosso, sembra contenere diverse sostanze conniventi lo scatenare il mal di testa da vino.

Spoiler: non stiamo parlando dei solfiti.

I solfiti sono dei composti chimici a base di zolfo ed ossigeno, naturalmente prodotti durante il processo di vinificazione, ma spesse volte aggiunti quali additivi, poiché svolgono funzione conservante e antiossidante.

Nonostante la Comunità Europea abbia imposto dei limiti alla quantità di solfiti presenti nel vino, ad oggi esistono pareri discordanti sulla possibilità che siano loro i veri responsabili del mal di testa, poiché trattasi di sostanze allergizzanti, scatenando, in soggetti ipersensibili, asma, respiro affannoso, tosse (ma non il mal di testa).

Ma allora chi sono i papabili responsabili del mal di testa da vino?

Il dito sembra puntare nella direzione delle ammine biogene, in particolar modo istamina e tiramina.

Le ammine biogene originano nella fase di vinificazione, nel contesto di processi biologici operati da batteri lattici presenti nel mosto e nel vino. Sono sostanze biologicamente attive, Il cui livello nel vino può variare a causa di diversi fattori.

La tiramina può, infatti, influenzare la pressione sanguigna ed incrementare il rilascio di noradrenalina, che a livello cerebrale genera vasodilatazione e aumento della permeabilità capillare, fattori concorrenziali nello scatenare il mal di testa.

La funzione vasodilatatrice è svolta anche dall’istamina, noto mediatore nei processi infiammatori, la quale sostanza può aumentare significativamente di livello in alcuni soggetti che soffrono di carenza di enzimi a livello intestinale utili alla sua degradazione, ed unitamente alla presenza di etanolo, inibente in maniera ulteriore l’azione enzimatica, aumenta esponenzialmente alle possibilità del mal di testa da vino.

È bene sottolineare come dette ammine normalmente non generano fenomeni di malessere nell’organismo, ma ciò può accadere ove siano ingerite in concentrazione troppo elevate, e se, in aggiunta, l’azione detossificante dell’organismo risulti inibita dalla presenza di etanolo o farmaci.

La consapevolezza nei confronti di questi composti sta aumentando, tanto che, nonostante non esista ancora una legislazione definita, alcuni paesi europei hanno stabilito valori massimi di istamina nei vini compresi tra i 2 ed i 10 mg/l.

Altri possibili responsabili del mal di testa potrebbero essere i composti fenolici flavonoidici contenuti nel vino, un’ampia famiglia di sostanze il cui accumulo sottoforma di radicali fungerebbe da innesco per la cefalea.

Cosa fare, infine, per evitare questo spiacevole inconveniente e godersi in tranquillità un buon bicchiere di vino?

  • Anzitutto, non consumarne a stomaco vuoto, avendo cura di idratarsi in concomitanza dell’assunzione della fonte alcolica, di modo da ripristinare i liquidi persi. L’idratazione, inoltre, risulta importante perché garantisce l’eliminazione di piccole quantità di etanolo attraverso urine e sudore, vie ausiliarie alla detossificazione epatica.
  • Accompagnare l’alcool ad un pasto con un più alto contenuto in grassi (ma non alimenti fermentati – come i formaggi – notoriamente ricchi in tirosina, la cui degradazione porta alla formazione della tiramina)
  • Banalmente, ma non meno importante, cercare di non esagerare con le quantità!

 Articolo realizzato per MeteoWeb da Quattro Camici e un’Agenda, “le amiche del tuo benessere” che su Instagram hanno fatto trasformato la divulgazione scientifica e medica in un piacevole appuntamento fisso per chi ha voglia di dedicarsi al proprio benessere.

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