Oggetto ritrovato sulla spiaggia di Giampilieri, gli esperti svelano il mistero | FOTO

Il Dott. Domenico Pisani, geologo, e il Prof. Nicola Olivieri, biologo, spiegano a MeteoWeb la natura dell'oggetto ritrovato su una spiaggia di Giampilieri
  • oggetto ritrovato spiaggia giampilieri
    Foto di Claudio P.
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MeteoWeb

Ha trovato immediato riscontro l’appello lanciato da MeteoWeb per chiarire la natura del misterioso oggetto trovato sulla spiaggia di Giampilieri, nel Messinese. Un nostro lettore ci aveva segnalato il ritrovamento di un oggetto in parte dalla consistenza porosa, in parte più levigato ma con caratteristiche che sembrano scanalature. Il colore non è uniforme e passa dal rosato all’arancione fino al grigio. Due esperti, il Dott. Domenico Pisani, geologo, e il Prof. Nicola Olivieri, biologo, che ringraziamo, hanno prontamente raccolto l’appello lanciato da MeteoWeb. La tesi dei due esperti converge: l’oggetto ritrovato sulla spiaggia di Giampilieri probabilmente è una valva, ossia uno dei pezzi che costituiscono la conchiglia dei molluschi bivalvi.

Il geologo Pisani ci spiega: “andando a memoria, in base ai miei studi di paleontologia, ritengo si tratti di un mollusco della classe Bivalvia. Non saprei dire a quale ordine appartenga l’esemplare in questione in quanto molto alterato dall’erosione, ma posso dire con una certa sicurezza che si tratta della valva sinistra della conchiglia. Inoltre, a prima vista non mi sembra si tratti di un fossile ma di un esemplare recente che ha subito una forte abrasione a causa dell’attrito dovuto al moto ondoso. Inizialmente avevo pensato alla classe Brachiopoda e in particolare alla valva peduncolare, ma da quel che ricordo, in questa classe la valva è simmetrica, mentre nell’esemplare dell’articolo si nota un’evidente asimmetria”.

Il biologo Olivieri afferma: “a mio avviso l’oggetto misterioso potrebbe essere una valva molto vecchia, sbiancata, erosa e perforata del mollusco bivalve Spondylus gaederopus, chiamato in italiano spondilo o ostrica imperiale, specie abbastanza comune nel Mar Ionio e nell’Adriatico meridionale, meno frequente nel Tirreno”.

Un caloroso ringraziamento al Dott. Domenico Pisani e al Prof. Nicola Olivieri per il loro immediato riscontro e contributo.

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