In tutta l’area del Mediterraneo le temperature medie sono in aumento, così come la variabilità, con più giorni in cui i valori sono maggiori della media o scendono al di sotto. La conseguenza è un incremento di eventi estremi che in estate sono più gravi “in un’area come la nostra abituata a un clima privilegiato, con una variabilità limitata, ma che ora sta cambiando“: a spiegarlo è Susanna Corti dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Cnr-Isac), autrice, con la collega Claudia Simolo, di uno studio sui fondamentali meccanismi di amplificazione di eventi in vaste aree, definite “hotspot”, del pianeta.
La ricerca, pubblicata su Nature Communications, ha chiarito come la frequenza e l’intensità degli eventi estremi cambino per effetto del riscaldamento globale, e come tali cambiamenti dipendano dalle proprietà statistiche delle temperature giornaliere nelle diverse aree della Terra e dalla loro evoluzione nel tempo. In particolare, attraverso le più recenti simulazioni numeriche del clima passato e futuro, lo studio ha rivelato il ruolo cruciale della variabilità accanto a quello dell’innalzamento delle temperature medie, quantificandone in modo rigoroso gli effetti sugli eventi estremi.
Gli estremi di temperatura in aumento, ha sottolineato la ricercatrice del Cnr-Isac, “hanno impatti seri per la salute“. Quello a cui abbiamo assistito in questi 15 giorni di luglio evidenzia “una certa corrispondenza” con i risultati dello studio.