Avevamo già criticato le ultime dichiarazioni di Antonio Guterres, Segretario delle Nazioni Unite, in tema di riscaldamento globale. L’ultima occasione per dare sfogo alle sue affermazioni allarmistiche sono stati i dati preliminari del Copernicus Climate Change Service che indicano che il mese di luglio 2023 sarà il luglio più caldo e il mese più caldo mai registrati. Tanto è bastato a Guterres per aprire una nuova frontiera, quella della “ebollizione globale”. Sembra assurdo che una personalità che ricopre un ruolo così importante si lasci andare a simili affermazioni sensazionalistiche. L’intento è senza dubbio quello di esasperare la narrativa catastrofista sul clima e visto che “riscaldamento globale” fa meno effetto, meglio puntare su un’improbabile “ebollizione globale”, per far passare il messaggio di angoscia e paura che l’umanità sia pronta a morire “bollita” per “colpa” dell’uomo e spingere, dunque, verso la transizione energetica.
A criticare le parole di Guterres è intervenuto anche Giuliano Panza, già Professore di geofisica all’Università di Trieste, membro dell’Accademia dei Lincei dal 1987 e dell’Accademia Nazionale delle Scienze detta “dei Quaranta” e già Direttore del Gruppo Struttura e dinamica non lineare della Terra presso il Centro internazionale di fisica teorica di Trieste. Dopo le parole di Guterres, il Prof. Panza non critica solo l’aspetto comunicativo ma anche l’infondatezza scientifica di certe definizioni. “Il vocabolo “surriscaldamento”, pur efficace per chi vuol terrorizzare, è errato”, spiega Panza in un articolo pubblicato oggi su “La Verità”. “Si ha surriscaldamento quando non v’è possibilità di dissipare il calore. Ma un corpo celeste non può surriscaldarsi perché ha a disposizione tutto lo spazio cosmico verso cui emettere la radiazione termica e mantenersi pertanto in un regime stazionario o quasi. Insomma, si deve semmai parlare di riscaldamento, ma non di surriscaldamento, terreste”, aggiunge Panza.
Sulle pagine de “La Verità”, il Professore spiega che il surriscaldamento ha luogo quando un sistema termodinamico non è in grado di dissipare il calore che produce. L’esempio che propone è quello delle “vecchie Fiat 600, i cui conducenti portavano con sé una tanica d’acqua per rabboccare il radiatore collocato in una infelice posizione e poco adatto a fare il suo dovere”.
Ma Guterres è già andato oltre: né riscaldamento globale, né surriscaldamento globale, siamo già alla fase finale: “ebollizione”. E il fatto che il Segretario generale dell’ONU ricorra a termini sensazionalistici, piuttosto che a dati scientifici, mette in evidenza come ormai la via seguita dalle autorità sia solo quella dell’allarmismo.
Panza ricorda, inoltre, come non sia la prima volta che, in tema di clima e riscaldamento globale, per la voglia di fare “audience”, vengono usati termini e definizioni improprie, sbagliate dal punto di vista scientifico e culturale. “Gli esperti del clima che avevano chiamato l’ondata di caldo “Lucifero” dimenticarono – o più probabilmente non sapevano – che l’angelo ribelle ebbe come punizione divina non il fuoco, ma il gelo eterno, come lo stesso Dante ricorda nella Divina Commedia incontrando Lucifero immerso nel ghiaccio fino al petto”, precisa il Prof. Panza.