Dallo smalto dei denti di 2 milioni di anni fa nuove informazioni genetiche

Da denti di due milioni di anni fa sono state recuperate le più antiche informazioni genetiche sugli antenati dell'uomo
MeteoWeb

Da denti di due milioni di anni fa sono state recuperate le più antiche informazioni genetiche sugli antenati dell’uomo: ottenute grazie al sequenziamento di proteine contenute nello smalto, hanno permesso di identificare il sesso di alcuni esemplari di Paranthropus robustus, una specie di ominide i cui resti sono stati trovati in una grotta del Sud Africa.

Il risultato, ottenuto dal team di Enrico Cappellini all’Università di Copenhagen, rappresenta una svolta nel campo della paleoantropologia, perché indica le proteine antiche come un valido strumento per andar ancora più indietro nel tempo rispetto a quanto non sia possibile con il Dna (più instabile e facilmente deteriorabile).

Lo studio, condiviso sulla piattaforma bioRxiv (destinata alle ricerche non ancora revisionate per la pubblicazione), è ripreso dal sito di Nature. Il gruppo di ricerca di Cappellini era già riuscito a sequenziare le proteine estratte da denti di Homo antecessor vissuto circa 800.000 anni fa in Spagna, così come altre sequenze di Homo erectus della Georgia risalenti a 1,8 milioni di anni fa.

In questo nuovo studio, ha esaminato quattro denti di P. robustus ritrovati nella grotta di Swartkrans, a 40 chilometri da Johannesburg. Grazie alla tecnica della spettrometria di massa, i ricercatori hanno analizzato centinaia di amminoacidi presenti nello smalto dei denti. In due campioni hanno individuato la proteina amelogenina-Y prodotta da un gene del cromosoma maschile Y, e per questo hanno dedotto che i denti appartenessero a esemplari di sesso maschile.

Gli altri due denti, invece, contenevano la versione della proteina prodotta dal gene presente sul cromosoma X: è dunque probabile che appartenessero a esemplari di sesso femminile. Circa 400 amminoacidi sequenziati in tutti e quattro i denti hanno permesso di ricostruire un albero evolutivo semplificato che mostra la distanza che separa il P. robustus da Homo sapiens, Neanderthal e Denisoviani.

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