Se l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta provando, per la prima volta, un rientro semi-controllato del satellite Aeolus, il cacciatore di venti, è perché “gli scienziati hanno capito che servono regole” sul fine vita dei satelliti, tanto che “entro la fine dell’anno l’Agenzia Spaziale Europea punta ad avere nuove regole più stringenti contro rifiuti spaziali”. A sottolinearlo è stata la responsabile dell’Ufficio Clean Space ESA, Luisa Innocenti, nel corso di una conferenza stampa. L’esperta dell’ESA ha ricordato quanto sia serio ormai il problema dei rifiuti spaziali. Dai dati ESA emerge, infatti, che non tutti gli oggetti che ‘volano’ intorno alla terra sono tracciati e catalogati.
Il numero di oggetti detriti stimati sulla base di modelli statistici in orbita (Master-8, popolazione futura 2021) sono pari a 36.500 oggetti detriti spaziali maggiori di 10 cm, 1.000.000 oggetti detriti spaziali da più di 1 cm a 10 cm, 130 milioni di oggetti detriti spaziali da più di 1 mm a 1 cm. Quando si sono accorti dei milioni di rifiuti spaziali prodotti dall’uomo in orbita intorno alla Terra, “gli scienziati hanno iniziato a dare l’allerta e man mano abbiamo capito che dovevamo dotarci di regole”, ha osservato Innocenti. “Oggi come oggi abbiamo capito che queste regole, visto il numero di lanci di satelliti, non basta più e l’ESA si sta dotando di regole molto stringenti, molto più dure” e “verso fine anno le nuove regole saranno più stringenti contro rifiuti spaziali”. Certo, ha aggiunto Innocenti, “applicare queste regole richiederà delle modifiche nella progettazione dei satelliti, questo apre un problema di nuove tecnologie” così che si possano avere “sottosistemi dedicati” al ‘riuso’ o al ‘recupero’ delle macchine che andranno nello spazio.