Clima, nuovo studio conferma che l’eruzione dell’Hunga Tonga sta provocando un forte riscaldamento globale naturale

Clima, le temperature della Terra stanno aumentando più rapidamente del previsto per cause assolutamente naturali: l'eruzione dell'Hunga Tonga del 14 gennaio 2022 un fattore determinante che durerà un decennio
MeteoWeb

Venerdì scorso sulla rivista scientifica ESS Open Archive è stato pubblicato un interessantissimo studio scientifico in peer review che spiega come la super eruzione dell’Hunga Tonga (14 gennaio 2022) stia provocando sulla Terra un picco di riscaldamento climatico naturale e inaspettato e che durerà un decennio. Lo studio è molto autorevole: il primo autore è lo scienziato Martin Jucker, professore dell’Università del New South Wales e ricercatore del Centro di ricerca sui cambiamenti climatici e Centro di eccellenza per gli estremi climatici. I cofirmatari sono Deepashree Dutta, dello stesso istituto, e Chris Luca, dell’ufficio di meteorologia.

Lo studio analizza gli effetti a lungo termine sull’andamento delle temperature della Terra di un’iniezione improvvisa di quantità di vapore acqueo stratosferico analogo a quanto accaduto con l’eruzione dell’Hunga Tonga di un anno e mezzo fa. Si tratta di 40 trilioni di galloni di vapore acqueo che sono improvvisamente arrivati nella stratosfera determinando un lungo periodo di riscaldamento globale, assolutamente naturale, che sarebbe iniziato da pochi mesi e raggiungerà il suo picco tra 3 e 7 anni.

eruzione Hunga Tonga

Nell’introduzione dello studio si legge che “le eruzioni vulcaniche in genere raffreddano la superficie terrestre rilasciando aerosol che riflettono la luce solare“. Ha fatto la storia, in tempi recenti, l’esplosione del vulcano Tambora (10-11 Aprile 1815) che ha determinato poi nel 1816 il famoso “anno senza estate”. Eppure l’eruzione dell’Hunga Tonga ha rilasciato una quantità significativa di vapore acqueo, un forte gas serra, nella stratosfera, con conseguenze sconosciute. Questo studio esamina le conseguenze dell’eruzione e rivela che le temperature superficiali in vaste regioni del mondo aumenteranno di oltre +1,5°C per diversi anni, sebbene alcune aree subiscano un raffreddamento vicino a -1°C. Inoltre, la ricerca suggerisce una potenziale connessione tra l’eruzione e le temperature della superficie del mare nel Pacifico tropicale, che merita ulteriori indagini.

Nello studio si legge che “la quantità di vapore acqueo iniettato nella stratosfera dopo l’eruzione dell’Hunga Tonga è stata senza precedenti, e non è quindi chiaro cosa potrebbe significare per il clima di superficie. Utilizziamo simulazioni di modelli climatici per valutare gli impatti superficiali a lungo termine delle anomalie del vapore acqueo stratosferico causate dalle eruzioni vulcaniche. Le simulazioni mostrano che le anomalie del vapore acqueo stratosferico portano a un riscaldamento forte e persistente delle masse continentali dell’emisfero settentrionale nell’inverno boreale e al raffreddamento dell’inverno australe sull’Australia. Pertanto, il forcing del vapore acqueo stratosferico da eruzioni vulcaniche come quella dell’Hunga Tonga può avere impatti sulla superficie su una scala temporale decennale. Sottolineiamo inoltre che la risposta superficiale alle anomalie del vapore acqueo stratosferico è più complessa del semplice riscaldamento dovuto alla forzatura della serra ed è influenzata da fattori quali i modelli di circolazione regionale e i feedback delle nuvole. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno gli effetti pluriennali delle anomalie del vapore acqueo stratosferico e la loro relazione con fenomeni climatici come El Niño Southern Oscillation“.

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Lo studio rileva anche alcune mappe con le anomalie di temperature e precipitazioni globali previste per il periodo compreso tra 3 e 7 anni dopo l’eruzione, quindi tra il 2025 e il 2029. Nell’emisfero settentrionale si prevede un forte riscaldamento sul Nord America e nell’Eurasia centrale in inverno e in primavera, e un forte raffreddamento in Scandinavia. Anche nella Regione Artica si prevedono forti anomalie positive per tutto l’anno, soprattutto nei mesi autunnali.

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