Drago di Vaia: distrutto dalle fiamme, ipotesi incendio doloso

La sera del 22 agosto è stato bruciato il grande e impressionante Drago di Vaia, opera dell'artista Marco Mortalar con 2000 pezzi di pezzi di radici di alberi divelti dalla tempesta Vaia e più di 3000 viti
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La bellissima installazione del Drago di Vaia, creata dall’artista Marco Martalar con 2000 pezzi di pezzi di radici di alberi divelti dalla tempesta Vaia e più di 3000 viti non esiste più. L’incendio si è sviluppato nella serata di martedì 22 agosto attorno alle 21.45 e poteva essere avvistato da lontano. I vigili del fuoco sono stati allertati e sono intervenuti con prontezza nella località Magré, in cui l’opera era stata eretta due anni fa ma l’incendio si è sviluppato rapidamente. Il rogo potrebbe essere di natura dolosa.

L’opera di circa sei metri di altezza per sette di lunghezza, era nota a livello nazionale e a partire dal 2021 aveva riscosso un ampio successo, attirando migliaia di turisti ed escursionisti sull’Alpe Cimbra, nel Trentino sud-orientale tra i Comuni di Folgaria, Lavarone e Luserna. Si trattava di un enorme “Drago di legno” alato, il più grande nel suo genere in Europa, realizzato dallo scultore veneto Marco Martalar, che, come per precedenti opere, ha utilizzato i resti degli alberi spazzati via dalla tempesta Vaia che erano stati abilmente tenuti insieme con 3mila viti e 2mila pezzi di radici, scarti di rami e arbusti.

Il commento del presidente della Regione Veneto

Il presidente della Regione Veneto ha commentato sdegnato sui social la vicenda: “Quanto miserabile dev’essere chi distrugge un’opera-simbolo com’era questo Drago, realizzato a Lavarone con gli schianti della tempesta Vaia dall’artista di Roana Marco Martalar. Un lavoro immenso, durato mesi, creando il drago in legno più grande del mondo, alto 6 metri e lungo 7, con 3.000 viti e 2.000 scarti di arbusti per realizzarlo. A chi l’ha distrutto dico solo una cosa: vergognati“.

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