E’ allarme in montagna per il caldo: crolli di pietre e ghiacciai allo stremo

E' ormai sempre più frequente il crollo di pietre, la creazione di nuovi crepacci su ghiacciai ormai allo stremo, con uno zero termico che ormai non supera i 5.000 metri
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E’ ormai sempre più frequente il crollo di pietre, la creazione di nuovi crepacci su ghiacciai ormai allo stremo, con uno zero termico che ormai non supera i 5.000 metri. Sconsigliata la salita sul Monte Bianco dalle autorità francesi, mentre quelle italiane a svizzere mettono in guardia gli alpinisti che vogliono avventurarsi in alta quota.

“Il caldo ormai sta iniziando a penetrare nella roccia e quindi è opportuno prestare attenzione, soprattutto nelle vie di misto: in questo giorni è meglio evitare gli itinerari che sono soggetti a crolli”, spiega Paolo Comune, direttore del Soccorso alpino valdostano. “Lo scioglimento del permafrost”, il terreno sempre gelato presente nel sottosuolo sia in montagna sia alle alte latitudini, “provoca piccoli crolli un po’ ovunque, dal Cervino al Monte Bianco”.

Sabato scorso sulla Cresta di Rochefort, lungo la frontiera italo-francese sul massiccio del Bianco, una cordata è stata coinvolta da una scarica di sassi, senza gravi conseguenze. Un itinerario al ‘tetto delle Alpi’ considerato meno impegnativo rispetto agli altri e per questo più frequentato.

La prefettura dell’Alta Savoia (Francia) fa quindi “appello alla responsabilità degli alpinisti e invita, se possibile, a posticipare l’ascesa” della via, considerati anche i crepacci comparsi “sul colle dietro il rifugio, ai piedi del Dome du Gouter”. Oltre che ai settori esposti alle cadute di pietre e ai seracchi, occorre fare attenzione “ai ponti di neve indeboliti sui ghiacciai”, raccomanda la polizia svizzera. Nella speranza di evitare altri morti.

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