È di 42 incendi il bilancio della giornata di ieri sul fronte degli incendi in Sardegna. Ben 7 i mezzi aerei impegnati su tutta l’Isola, di cui 4 fatti arrivare dalla penisola e dalla Sicilia, più un’ingente quantità di uomini e mezzi impiegati a terra. Il focolaio più importante si è registrato tra Posada e Siniscola, dove 600 persone sono state evacuate e dove l’esplosione di una bombola ha causato un ferito grave.
Fiamme anche a Santadi, Sadali, San Sperate, Quartu Sant’Elena e Assemini, ma soprattutto a Capoterra dove il fuoco ha minacciato le case del quartiere Santa Rosa. Mezzi aerei impegnati anche in Ogliastra, mentre a Muravera sono state evacuate aziende agricole.
Il presidente della Regione Christian Solinas ha espresso “ferma condanna verso gli autori di questo nuovo scempio criminale” e chiesto l’attivazione del sistema di protezione civile europea. Il forte vento di maestrale che ha favorito il propagarsi delle fiamme è presente anche oggi e sul territorio resta la massima allerta.
Il Corpo forestale è in azione in diverse zone colpite. Interventi oggi vengono segnalati nel comune di Posada, località Abba Ia, con il supporto di 2 canadair provenienti dalla base operativa di Fiumicino e uno proveniente da Olbia. Interventi anche nel comune di San Giovanni Suergiu, località Pos e Salice, con un elicottero proveniente dalla base operativa di Marganai, e nel comune di Gairo – località Su Ilai – dove sono al lavoro Canadair provenienti dalla base operativa di Fiumicino e uno proveniente da Olbia.
Centinaia di ettari a fuoco
Centinaia di ettari di terreno sono andati a fuoco a causa degli incendi che hanno devastato la Sardegna colpendo aziende agricole ed allevamenti con foraggi e piante di agrumi bruciati, senza dimenticare i danni a mezzi agricoli e impianti di irrigazione, elettrici e pompaggio. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti degli incendi divampati nella costa orientale della Sardegna, favoriti dal vento che non sembra fermarsi, mettendo a rischio agricoltura, turismo e l’incolumità delle persone con evacuazioni forzate. “Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo con alte temperature, a preoccupare – sottolinea Coldiretti – sono la disattenzione e l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato in Italia volontariamente. Ci vorranno anni prima che le piante da frutto distrutte possano tornare a produrre con danni ambientali ed economici per le aziende“. La Coldiretti è impegnata in una azione di monitoraggio e di sostegno alle aziende colpite, ma, sottolinea in una nota, “è anche importante l’azione di prevenzione e di attenzione. Nella lotta agli incendi è determinante la velocità di azione e sono proprio gli agricoltori sul territorio che costituiscono una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante, ma che li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme“.