Neuralink cerca volontari. La startup di Elon Musk, fondata nel 2016 per sviluppare un nuovo tipo di tecnologia di interfaccia tra il cervello umano e i dispositivi informatici, a maggio scorso ha ricevuto l’ok dall’FDA per testare i suoi impianti cerebrali nelle persone. Ora ha ottenuto il via libera “da un comitato di revisione istituzionale indipendente” per iniziare il reclutamento per il primo trial clinico destinato ai pazienti affetti da paralisi. “Siamo entusiasti di annunciare che è aperto il reclutamento per il nostro primo studio clinico sull’uomo. Se soffri di quadriplegia a causa di una lesione del midollo spinale cervicale o di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), potresti essere idoneo,” si legge sul profilo Twitter e sul sito della startup.
La sperimentazione si chiama “Prime Study” (acronimo di “Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface”) e punta a valutare la sicurezza dell’impianto e del robot chirurgico “per consentire alle persone con paralisi di controllare i dispositivi esterni con il pensiero“. Lo studio “rappresenta un passo importante nella nostra missione di creare un’interfaccia cerebrale generalizzata per ripristinare l’autonomia di chi ha bisogni medici irrisolti“.
Cos’è Neuralink
Neuralink è stata fondata nel 2016 e finanziata principalmente da Musk per sviluppare un nuovo tipo di tecnologia di interfaccia tra il cervello umano e i dispositivi informatici. Per il momento, prototipi delle dimensioni di una moneta sono stati impiantati nel cranio di animali. Diverse scimmie sono ora in grado di “giocare” ai videogiochi o di “digitare” parole su uno schermo, semplicemente seguendo con gli occhi il movimento del cursore sullo schermo.
Per Elon Musk questi chip devono consentire all’umanità di raggiungere una “simbiosi con l’Ai“, aveva affermato nel 2020 alla conferenza annuale dell’azienda.
Com’è fatto Neuralink
Neuralink ha le dimensioni di una moneta e viene impiantato direttamente all’interno della calotta cranica del paziente. È composto principalmente da 2 componenti:
- Elettrodi del diametro di un ventesimo di capello umano chiamati Thread che vengono innestati all’interno del cervello e registrano l’attività cerebrale;
- Il Link, ovvero il guscio contenente il chip che riceve gli impulsi elettrici dai thread, li codifica (li trasforma in dati binari comprensibili da un computer) e li invia ad un dispositivo esterno come un PC o uno smartphone.
Qual è l’obiettivo
L’obiettivo è sviluppare un sistema che possa aiutare le persone paralizzate o affette da malattie neurologiche a comunicare direttamente con un device esterno attraverso il pensiero. L’installazione di un chip nel cranio umano potrebbe ripristinare la funzione degli arti, migliorare il movimento umano, risolvere problemi con la vista e l’udito e aiutare con malattie come il Parkinson.
La startup intende poi rendere questi impianti abbastanza sicuri e affidabili da poter essere utilizzati come interventi chirurgici elettivi. Le persone potrebbero quindi pagare per dotare il proprio cervello di potenza di calcolo.