Una violenta scossa di terremoto magnitudo 6.8 (dati INGV e USGS) ha colpito la regione di Marrakech, in Marocco, provocando 820 morti e 672 feriti, di cui 205 in gravi condizioni. I sismografi hanno registrato la scossa alle 00:11 ora italiana. L’epicentro è stato localizzato nel cuore del Paese, a 16 km dalla località di Tata N’Yaaqoub, nel municipio di Ighil, 72 km a Sud/Ovest di Marrakech.
In migliaia si sono riversati per le strade della città nuova di Marrakech e nei vicoli della medina, in preda al panico. Elettricità e collegamento internet sono stati interrotti a lungo. Il centralino dell’ambasciata italiana a Rabat ha ricevuto numerose chiamate soprattutto da parte di turisti che chiedevano di rientrare a casa. Al momento gli aeroporti sono chiusi e riapriranno sabato mattina.
La scossa ha fatto tremare tutta la dorsale, da Merzouga, Taroudant, Essaouira e Agadir e dall’altro versante della catena montuosa a Casablanca, fino a Rabat, avvertito, fino al Portogallo e all’Algeria. Gravissimi i danni materiali. Mobilitate le forze dell’ordine, la protezione civile e il personale medico e paramedico. Il bilancio del sisma viene aggiornato man mano che arrivano i dati dalle città e soprattutto dalle località di montagna vicine all’epicentro.
Grande paura soprattutto nella medina di Marrakech, dove le parti più fragili delle mura che circondano il centro storico sono crollate. Hanno ceduto alcune abitazioni, nella piazza Jamaa el Fna è crollato il minareto di una piccola moschea vicino allo storico ‘Café de France’. Danni nella kasbah di Marrakech e crolli di abitazioni nella zona a Nord/Est. In città nuova ci sono crepe nel campanile della chiesa cattolica di Gueliz. Segnalati crolli di facciate a Essaouira, sull’Atlantico e a Ouarzazate, nel Centro/Sud.
Il Centro regionale trasfusionale di Marrakech ha lanciato un appello urgente per le donazioni di sangue a sostegno delle vittime del terremoto. Ogni sforzo è teso a garantire il successo delle operazioni di soccorso, e gli ospedali della città sono mobilitati per fornire tutte le cure mediche necessarie ai feriti. Le vittime sono state confermate in diverse province e prefetture di Al Haouz, Marrakech, Ouarzazate, Azilal, Chichaoua e Taroudant.
Centinaia le scosse durante la notte, registrate dall’Istituto nazionale di geofisica (ING). Secondo Nasser Jebbour, capodivisione dell’ING, l’area colpita ha un perimetro di almeno 400 km, nella provincia di Al Hazoud, dove sorgono i villaggi berberi, ai piedi dell’Atlante. Shock in Marocco per la violenza del sisma, il più forte finora registrato dopo quello del 2004 di magnitudo 6.3 ad Al Hoceima e quello degli anni ’60 che distrusse Agadir con una magnitudo di 5.7 (causando 12mila morti)
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, oggi a New Delhi per il vertice G20, ha appreso “con dolore il tragico bilancio del devastante terremoto che ha colpito il Marocco“. Meloni, riporta una nota di Palazzo Chigi, “ha espresso vicinanza e solidarietà al Primo Ministro Aziz Akhannouch, ai familiari delle vittime e al popolo marocchino, manifestando la piena disponibilità dell’Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza“.
“Con tutto il cuore al popolo marocchino di fronte al terribile terremoto che ieri sera ha causato la morte di centinaia di persone. Il mio pensiero va alle famiglie delle vittime, ai feriti ai quali auguro una pronta guarigione, e ai primi soccorritori che stanno svolgendo un lavoro ammirevole“: è quanto ha affermato il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
“Sono vicino al Marocco per il tragico terremoto che ha seminato morte e distruzione. L’Italia è pronta ad aiutare, anche per le fasi di soccorso, le autorità marocchine in questi momenti difficili. Una preghiera per le vittime e i loro familiari,” ha affermato il Ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani.
“In questo momento di lutto siamo vicini e solidali al popolo marocchino. Il mio pensiero va alle famiglie di quanti hanno perso la vita, ai feriti e alle squadre di soccorso. Continuiamo a seguire con attenzione le notizie, pronti a fornire come Paese tutto il sostegno necessario“: è quanto ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.
A seguito del terremoto nell’area dell’Atlante, la Farnesina, con l’ambasciata d’Italia in Marocco e il Consolato generale d’Italia a Casablanca, monitorano la situazione e sono in contatto con le autorità locali. Per qualsiasi emergenza o segnalazione è possibile contattare l’Unità di Crisi al numero +39 06 36225.
La sismicità del Marocco
“Il Marocco è interessato da un’intensa sismicità attestata da molti secoli. Gli eventi più rilevanti si concentrano lungo la costa del Mediterraneo e lungo i monti dell’Atlante. Da ricordare il terremoto dell’11 maggio 1624 che ha interessato la zona di Fes con una magnitudo stimata pari a 6.7; il 29 febbraio 1960 un terremoto di magnitudo 5.7 ha invece colpito, distruggendola e provocando 15000 vittime, la città di Agadir che è stata completamente ricostruita,” hanno spiegato gli esperti INGV in un approfondimento pubblicato sul blog INGVterremoti.
In riferimento all’inquadramento sismotettonico, i sismologi evidenziano che “i monti dell’Atlante sono una ampia zona di deformazione caratterizzata da raccorciamento crostale con direzione circa Nord-Sud“. “Il meccanismo focale del terremoto odierno proposto da USGS è compatibile con questa struttura e ha un meccanismo compressivo“.
Per quanto riguarda la pericolosità sismica, è “non molto elevata rispetto ad un periodo di ritorno di 475 anni. Gli eventi come quello che si è verificato oggi, vale a dire con una magnitudo rilevante, non sono molto frequenti“.