I dati dei satelliti per l’osservazione della Terra si preparano ad avere un ruolo di primo piano nella COP28, la Conferenza internazionale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre. Dai gas serra allo stato di salute dei ghiacciai e agli oceani, l’Europa dello spazio si prepara a dare un ruolo decisivo. “Dal 2008 un programma dell’Agenzia Spaziale Europea mette insieme i dati da satellite di tutto il mondo relativi alla salute del pianeta“, ha detto oggi a Roma Simonetta Cheli, a capo del direttorato dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per l’osservazione della Terra e direttrice del centro dell’ESA in Italia, l’Esrin.
A lei, prima donna a capo dei programmi di osservazione della Terra dell’ESA, è stato consegnato il Premio Motomundi, assegnato dal 2012 dall’associazione culturale onlus ‘Cinzia Vitale’, presieduta da Roberto Vitale. “Iniziative come questa mettono in luce il valore di quello che la scienza fa“, ha detto Cheli, ricevendo il premio. Nei prossimi giorni la direttrice dell’Esrin parteciperà alla COP28 con il direttore generale dell’ESA, Josef Aschbacher, a sottolineare il contributo cruciale che i dati dei satelliti europei possono dare alla salute del pianeta. Basti pensare che “la metà dei 57 indicatori ambientali sulla salute della Terra è supportabile con dati satellitari”, ha osservato Cheli. Sui dati dei satelliti nati dal contributo di tutte le agenzie spaziali del mondo si baserà in gran parte anche il bilancio dei principali indicatori presentato alla COP28.
“Nessun Paese da solo sarebbe riuscito a fare quanto l’Europa dello spazio ha realizzato“, ha detto Carlo Corazza, rappresentante del Parlamento Europeo in Italia. “Lo spazio – ha aggiunto – deve essere la nostra stella polare” ed è un “simbolo della cooperazione“. Lo spazio ha un ruolo di primo piano in Europa anche per Antonio Parenti, rappresentante in Italia della Commissione Europea. Citando il progetto del gemello digitale della Terra in corso all’Esrin, ha osservato che “il lavoro fatto all’Esrin è fatto per l’Europa”.
Per il direttore dell’istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale, Nicola Casagli, i satelliti europei hanno un ruolo cruciale per conoscere meglio il pianeta. “È necessaria – ha osservato – una forte integrazione dei dati satellitari con i dati rilevati dagli strumenti a Terra e i dati oceanografici per capire meglio i cambiamenti climatici, per un uso più intelligente delle ricorse e in generale per migliorare la qualità della vita”. Per l’astrofisica Anna Gregorio Michelazzi, dell’Università di Trieste, “da sempre lo spazio osserva l’ambiente” e “l’Europa ha un ruolo di primo piano in questo campo”.