Uno dei più stabili ghiacciai dell’Antartide, il ghiacciaio Cadman, ha iniziato improvvisamente a sciogliersi, dopo che per decine di anni non aveva fatto registrare sostanziali riduzioni. Il crollo nel novembre 2018 del suo ‘ancoraggio’ lo ha portato improvvisamente a ritirarsi di 8 chilometri e abbassarsi di 20 metri l’anno.
Lo studio di Nature Communications
A descrivere questo rapido cambiamento del ghiacciaio Cadman è lo studio pubblicato su Nature Communications. Guidato da Benjamin Wallis, dell’Università di Leeds nel Regno Unito, lo studio evidenzia gli improvvisi cambiamenti che possono avvenire nella regione. Non tutte le regioni dell’Antartide stanno reagendo allo stesso modo al riscaldamento globale. Molti dei ghiacciai delle regioni orientali già da anni sono in rapido scioglimento mentre quelli occidentali stanno mostrando una maggiore stabilità.
Uno di questi era fino a poco fa il ghiacciaio Cadman, ma le osservazioni indicano che si sta ora rapidamente sciogliendo con una perdita di 2,16 miliardi di tonnellate di ghiaccio ogni anno e un ritiro del fronte di 8 chilometri. La causa di questo improvviso cambiamento sarebbe dovuta al crollo di una sorta di contrafforte di ghiaccio che dal fondale marino conteneva lo scivolamento verso il mare dell’intero ghiacciaio. Le acque sempre più calde avrebbero indebolito la base che ha poi ceduto nel 2018.
Secondo gli autori il ghiacciaio Cadman si trova ora in uno stato definito di ‘squilibrio dinamico’, in cui si sta rapidamente assottigliando con una perdita di circa 20 metri di spessore all’anno, dopo un lungo periodo di anomala stabilità. “Quel che indica questa ricerca – ha detto Michael Meredith, del British Antarctic Survey e uno degli autori dello studio – è che i ghiacciai apparentemente stabili possono cambiare molto rapidamente, diventando instabili quasi senza preavviso, per poi assottigliarsi e ritirarsi molto rapidamente“. A proteggere finora i ghiacciai delle regioni occidentali, ipotizzano i ricercatori, sono state delle creste montuose sottomarine che hanno limitato l’arrivo delle correnti di acqua calda ma l’ulteriore aumento delle temperature sta limitando sempre più questo effetto di protezione.