Fa caldo e la neve si scioglie: slitta l’apertura a Roccaraso

A Roccaraso, è stata sparata "neve per 37 ore. Poi è arrivato un vento caldo che ha fatto sciogliere quella in quota"
MeteoWeb

Slitta l’apertura degli impianti sciistici a Roccaraso a causa del meteo di queste ore. Lo spiega Roberto Del Castello, gestore degli impianti sciistici dell’Aremogna a Roccaraso, e proprietario anche degli impianti adiacenti, di Monte Pratello a Rivisondoli: le due importanti stazioni che rientrano nel comprensorio sciistico dell’Alto Sangro, di cui fanno parte anche quelle di Pratello, Pizzalto, Pescasseroli e Pescocostanzo. “Abbiamo sparato neve per 37 ore. Poi è arrivato un vento caldo che ha fatto sciogliere quella in quota. È rimasta soltanto la neve artificiale, che però è a mucchi: non la possiamo ancora spandere per ovvie ragioni, il caldo”, ha detto Del Castello.

Contiamo tanto su stasera: le temperature dovrebbero tornare sotto zero. Se quindi farà abbastanza freddo per permetterci di sparare neve per 2 o 3 giorni, speriamo di riaprire giovedì 7, ma sempre con il punto di domanda perché non dipende da noi“, ha aggiunto. “Per il resto abbiamo fatto i collaudi e tutto ciò che serve per riaprire. Siamo pronti – precisa il proprietario delle due stazioni sciistiche che – da sole costituiscono circa l’86% di tutto il comprensorio, con 51mila persone orarie circa, con 38 impianti di risalita, circa 100 km di piste”. “Quest’anno abbiamo migliorato un po’ l’innevamento programmato. Quindi con meno ore cerchiamo di fare più neve possibile. Però almeno 3 giorni di fila ci servono. Siamo passati, da due giorni fa a ieri, da -11°C a +6°C. Ieri dovrebbe essere stata la giornata più calda”, spiega Del Castello, che prevede il solito flusso turistico, partenopeo, laziale, romano in particolare, perché “da Sulmona – precisa – la prima stazione è proprio quella di Monte Pratello, quindi chi passa per le autostrade A24 e A25, generalmente si ferma subito da noi. Tutto il comprensorio invece è sempre frequentato da visitatori da Napoli, Bari, Roma, Abruzzo, Marche, Sicilia”.

 

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