Cambiamento climatico: gli effetti sulle Tartarughe Verdi nel Mediterraneo | FOTO

Chiara Mancino e i suoi colleghi hanno condotto uno studio sul fenomeno
MeteoWeb

L’aumento delle temperature globali potrebbe portare ad un aumento della gamma di nidificazione delle tartarughe verdi nel Mar Mediterraneo, secondo uno studio di modellizzazione pubblicato su Scientific Reports. Nella peggiore delle ipotesi climatiche, la gamma di nidificazione potrebbe aumentare di oltre 60 punti percentuali, diffondendosi verso ovest dall’area attuale fino a includere gran parte delle coste nordafricane, italiane e greche.

La Chelonia mydas

La Tartaruga verde, conosciuta scientificamente come Chelonia mydas, incanta con la sua eleganza nelle acque marine. Appartenente alla nobile classe dei rettili e all’ordine delle testudini, fa parte della distinta famiglia Cheloniidae.

tartaruga verde
Tartaruga verde (Chelonia Mydas) cova il nido nella spiaggia di Mansouri, Libano
Credit: Fadia Jomaa

Il genere Chelonia trae origine dalla lingua greca, Χελώνη (Khelônê), termine che gli antichi Greci riservavano con riverenza alle tartarughe. Secondo il mito, Khelônê fu trasformata in una di esse da Zeus, condannata a portare la propria dimora sulle spalle come simbolo della sua pigrizia. L’epiteto specifico “mydas” ha anch’esso radici greche, significando “umida” e alludendo al suo habitat acquatico.

Chelonia mydas si diffonde maestosamente attraverso tutti gli Oceani, popolando la fascia tropicale e, in misura minore, quella subtropicale. La sua presenza si fa notare persino nel Mar Mediterraneo, specialmente nel suo bacino orientale, più temperato. Pur essendo avvolti nel mistero i suoi movimenti migratori, questa specie dimostra la straordinaria capacità di coprire distanze oceaniche imponenti. Tuttavia, è con un senso di preoccupazione che constatiamo il costante declino della sua popolazione, un grido d’allarme per la conservazione di questa creatura magnifica.

Gli effetti del cambiamento climatico sulla nidificazione

Il cambiamento climatico ha causato l’aumento delle temperature superficiali del mare a livello globale, con gravi ripercussioni sulla vita marina. Le tartarughe marine sono potenzialmente sensibili, poiché il sesso della loro prole dipende dalla temperatura di incubazione. Sebbene ricerche precedenti abbiano studiato gli effetti del cambiamento climatico su diverse popolazioni di tartarughe marine in tutto il mondo, ci sono state poche ricerche sulla popolazione di tartarughe verdi nel Mar Mediterraneo.

Lo studio

Chiara Mancino e i suoi colleghi, hanno sviluppato un modello per prevedere l’idoneità di un punto sul litorale mediterraneo come location per nidificare la tartaruga verde. Gli autori hanno prima valutato il potere predittivo del modello valutandolo rispetto a 178 luoghi di nidificazione confermati, registrati tra il 1982 e il 2019 e limitati principalmente alla Turchia e a Cipro nel Mediterraneo orientale.

Hanno scoperto che il modello aveva un ottimo potere predittivo, e che la temperatura della superficie del mare, la salinità del mare e la densità della popolazione umana hanno influenzato maggiormente l’idoneità di un luogo specifico come sito di nidificazione.

Gli autori hanno quindi modellato come quattro diversi scenari di emissione di gas serra potrebbero influire sulla gamma di nidificazione delle tartarughe verdi nel 2100. Hanno scoperto che scenari climatici progressivamente peggiori erano associati ad un maggiore aumento della catena di nidificazione nel Mediterraneo.

Sotto il peggiore scenario climatico modellato, l’intervallo di nidificazione è aumentato di 62,4 punti percentuali, includendo la costa nordafricana verso l’Algeria, gran parte dell’Italia e della Grecia, e il Mar Adriatico meridionale. Tuttavia, gli autori avvertono che questo aumento della gamma di nidificazione delle tartarughe verdi nel centro fortemente popolato e il Mediterraneo occidentale li porterebbe a un maggiore contatto con gli esseri umani e le spiagge urbanizzate, il che potrebbe influire negativamente sul successo della nidificazione. La ricerca futura dovrebbe studiare come attenuare tali effetti.

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