Il futuristico controllo cerebrale dei robot, 35 Anni Fa

Un team di pionieri ha dimostrato che il confine tra immaginazione e realtà può essere superato
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Nel vasto panorama della storia scientifica, vi sono tappe epocali che riscrivono le leggi della possibile interazione tra l’uomo e la tecnologia. 35 anni fa, tre visionari scienziati, Stevo Bozinovski, Mihail Sestakov e la Dott.ssa Liljana Bozinovska, hanno colto l’attenzione del mondo con un’impresa che sembrava appartenere esclusivamente alla fantascienza: il controllo di un robot attraverso i segnali cerebrali umani. Nel 1988, questa squadra pionieristica ha aperto la strada a una nuova era di connessione tra cervello e macchina.

L’idea di controllare direttamente un oggetto con il cervello era considerata fantascienza, ma questo team di pionieri ha dimostrato che il confine tra immaginazione e realtà può essere superato. Questo risultato, recentemente riconosciuto con un Milestone dall’IEEE, ha avuto un impatto duraturo sulla ricerca scientifica e ha aperto nuove possibilità nell’interazione tra l’uomo e la macchina.

Il riconoscimento ufficiale è avvenuto durante una cerimonia presso l’Università di Saints Cyril and Methodius lo scorso 10 ottobre. Vladimir Atanasovski, preside della facoltà di ingegneria e tecnologie dell’informazione dell’università, ha sottolineato l’importanza di questa impresa, definendola non solo significativa a livello locale ma anche un contributo rilevante per l’intera umanità.

Quel momento fondamentale ha aperto la strada a una vasta gamma di applicazioni pratiche, dall’assistenza per la mobilità alle innovazioni nell’ambito della robotica. L’uso dei segnali cerebrali umani per controllare un robot ha catalizzato progressi significativi in ingegneria elettrica e informatica, stimolando ricerche globali sulle interfacce cervello-computer.

Il team di Bozinovski, Sestakov e Bozinovska ha sviluppato un sistema pionieristico per inviare comandi a un robot attraverso il processamento dei segnali EEG. Questo sistema non invasivo ha impiegato elettrodi posizionati sul cuoio capelluto del volontario, consentendo una connessione diretta tra l’attività cerebrale e il movimento del robot. La scommessa iniziale è stata tradurre i segnali cerebrali in comandi per il robot, utilizzando la frequenza alfa dominante dell’EEG nota come ritmo mu (8-12 hertz), associato al controllo del movimento volontario.

L’esperimento si è svolto in due stanze del laboratorio di macchine intelligenti e sistemi di bioinformazione della scuola, con una “arena del robot” contenente la pista e l’altra dedicata alla tecnologia di controllo. Sostituendo l’interruttore meccanico con un controllo emulato da EEG, i ricercatori hanno semplificato la comunicazione tra il cervello del volontario e il robot.

Gli elettrodi posizionati sulla testa del volontario hanno rilevato i segnali EEG, che sono stati successivamente elaborati dal computer. Un software di riconoscimento creato da Bozinovski e Sestakov ha tradotto questi segnali in comandi per il robot, inviando impulsi logici attraverso il convertitore D/A. Il risultato finale era un robot che poteva essere controllato in modo non invasivo, con lo studente che poteva fermare il Line Tracer aprendo gli occhi.

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