Svelato il mistero evolutivo: ecco perché i cavalli hanno il muso lungo

Ci sono eccezioni a questa regola, che si collegano quasi sempre a cambiamenti significativi nella dieta degli animali
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L’arte dell’evoluzione ci ha consegnato una vasta gamma di forme e caratteristiche ineguagliabili nel regno animale, e tra queste spiccano i maestosi cavalli con i loro distintivi musi lunghi. Un recente studio condotto da ricercatori tra cui Vera Weisbecker, Emma Sherratt e Rex Mitchell, il cui lavoro è stato esaminato su The Conversation, rivela che la lunghezza del muso di questi nobili quadrupedi, e di altri grandi mammiferi, non è frutto del caso, ma piuttosto di un fenomeno biologico noto come “craniofacial evolutionary allometry” (CREA).

L’essenza di CREA sta nel suggerire che la lunghezza del muso è spesso correlata alle dimensioni corporee all’interno di specifici gruppi animali. Facendo un confronto tra il viso di una pecora e quello di una mucca, o tra un giovane cervo e un imponente alce, emerge chiaramente che gli esemplari di dimensioni maggiori presentano facce più lunghe. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che questa regola non è universale, poiché alcune eccezioni sfidano questa tendenza.

I diavoli della Tasmania, le lontre marine e le orche, nonostante le loro imponenti dimensioni, sfoggiano facce più corte, mentre alcune specie più piccole mostrano musi straordinariamente allungati. La chiave di questa variazione si cela nella biomeccanica dell’alimentazione.

Gli animali di maggiori dimensioni, grazie ai loro muscoli più sviluppati, possono catturare il cibo con maggiore agilità, richiedendo uno sforzo meno intenso rispetto ai loro simili più piccoli. Questa relazione tra muso lungo e dimensioni corporee conferisce loro un vantaggio evolutivo in varie situazioni. Nei mammiferi erbivori, ad esempio, un muso più lungo facilita il raggiungimento delle foglie più alte o la cattura di bocconi più abbondanti, evocando l’immagine elegante delle giraffe al pascolo.

Nel mondo dei carnivori, un muso prolungato può ospitare zanne più possenti o agevolare la chiusura rapida delle mascelle. Tuttavia, ci sono eccezioni a questa regola, che si collegano quasi sempre a cambiamenti significativi nella dieta. I canidi, predatori di prede più imponenti come i lupi, presentano facce più compatte rispetto ai loro cugini che danno la caccia a prede più piccole, come le volpi, le quali stanno affrontando un’evoluzione rapida per adattarsi alla vita in città.

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