Gli agricoltori in protesta da Parigi alla Calabria: città sotto assedio | FOTO

La protesta degli agricoltori infiamma in tutt'Europa: gli aggiornamenti in diretta
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Lunedì nero a Parigi e nell’hinterland per l’assedio annunciato degli agricoltori scontenti per i provvedimenti del governo in risposta alla crisi. Migliaia di agricoltori con trattori e altri mezzi di trasporto sono in viaggio da diverse regioni con l’obiettivo dichiarato di chiudere l’accesso alla capitale alle ore 14, con otto posti di blocco previsti. La tensione è alle stelle per uno scenario che fino a pochi giorni fa era stato presentato dai sindacati di categoria come “l’ultima sponda“, puntando finora ad un’occupazione del territorio nazionale invece di focalizzarsi su Parigi.

Il ministro dell’Interno Ge’rald Darmanin ha annunciato un traffico “estremamente difficile nell’Ile de France“, invitando i “francesi e i trasportatori a minimizzare al massimo gli spostamenti“. Ieri sera l’esponente di governo ha annunciato che 15 mila agenti di polizia si mobiliteranno per impedire l’ingresso dei trattori a “Parigi e nelle grandi città” e i blocchi del mercato di Rungis e degli aeroporti dell’Ile-de-France. Al termine di una riunione interministeriale sulla crisi agricola, il ministro dell’Agricoltura, Marc Fesneau, ha confermato alle forze dell’ordine è stata chiesta “moderazione“, pertanto non dovrebbero “intervenire sui punti di blocco” ma “metterli al sicuro“. La maxi protesta odierna e’ indetta dalla potente Federazione nazionale dei sindacati degli imprenditori agricoli (FNSEA) e dal sindacato Giovani agricoltori(JA, Jeunes Agriculteurs), che hanno gia’ dichiarato lo “stato di assedio” di Parigi a partire dalle ore 14.

Gli agricoltori dei dipartimenti di Aisne, Aube, Eure, Eure-et-Loir, Ile-de-France, Marne, Nord, Oise, Pas-de-Calais, Seine-et-Marne, Seine-Maritime e Somme, membri della la rete FNSEA e i Giovani agricoltori del Grande Bacino Parigino iniziano un assedio della capitale a tempo indeterminato“, hanno avvertito i due sindacati che rappresentano la maggioranza della professione a livello nazionale. “Tutte le strade pesanti che portano alla capitale saranno occupate dai contadini“, hanno precisato. Otto “punti di blocco” sono previsti nell’Ile de France: nella zona di Chennevie’res (autostrada A1), vicino a Jossigny (A4), a Ourdy (A5), Villabe’ (A6), al casello di Buchelay (A13), a Longivilliers (A10), tra il ponte Gennevilliers e la D311 (A15) e vicino allo svincolo D301 di Isle-Adam (A16).

Nel resto del Paese la mobilitazione è ripresa alle prime ore del giorno, intorno a Lione, secondo la prefettura del Rodano, che ha menzionato un’operazione ‘escargot’ (rallentamento) proveniente dai Monts du Lyonnais e diversi blocchi autostradali. Le sezioni locali della FNSEA e della JA hanno promesso “ramificazioni in tutta la regione“. A Lione e Marsiglia le prefetture hanno invitato gli automobilisti a “rinviare tutti gli spostamenti” sulle strade principali. Secondo l’emittente ‘Bfmtv’ in tutto stamattina vengono segnalate 40 operazioni diverse ai quattro angoli del Paese. Sono due settimane che gli agricoltori francesi protestano per portare avanti una serie di rivendicazioni, denunciando a gran voce una remunerazione troppo bassa, il regolamento sull’uso di prodotti fitosanitari e accordi di libero scambio che minacciano il settore. Gli annunci fatti finora dal premier Gabriel Attal – un piano di semplificazione in dieci punti – non sono bastati a placare il malcontento, in un contesto di crisi europea degli agricoltori, dal Belgio alla Germania fino all’Italia. Oggi centinaia di trattori e altri mezzi hanno bloccato il traffico in alcune zone di Amburgo, tra cui importanti strade e accessi verso i terminal del porto, causando ingorghi e ritardi. Lo riportano Bild e Ntv.

Agricoltori in protesta anche in Italia: blocchi ovunque da nord a sud

Le proteste degli agricoltori in Francia e Germania sono già arrivate in Italia la settimana scorsa con cortei in diverse parti della Penisola. Martedì 30 la rabbia del mondo delle campagne in difesa del comparto arriverà anche in Sardegna con un presidio, che si annuncia a oltranza, all’ingresso della dogana del porto di Cagliari, a partire dalle 10. Un blocco che ricorda quello degli autotrasportatori nel marzo 2022, quando centinaia di merci rimasero ferme nei porti sardi. Dalla zona di Cagliari sono attese decine di trattori, mentre dal centro e nord dell’Isola pastori e agricoltori arriveranno con le proprie auto. “Siamo tutti uniti, non vogliamo che l’Europa ci tolga quel poco che abbiamo – spiega all’ANSA Mario Mulas, uno degli organizzatori – oggi a Bruxelles decidono quello che dobbiamo seminare e cosa è giusto e sbagliato: ci vogliono addirittura pagare per non coltivare, mentre i costi di carburante, fertilizzanti e mangimi aumentano. Noi non riusciamo a lavorare con questi prezzi – denuncia – non ce la facciamo più perché non rientriamo nei costì”. “Domani saremo a Cagliari e speriamo di non vedere le passerelle di politici che hanno avuto tutto il tempo di agire e non hanno fatto”. Un messaggio non solo rivolto ai candidati governatori, ma soprattutto alla Regione che, in una nota, ha fatto sapere si essere “a fianco degli agricoltori e dei pastori sardi che manifesteranno”. Nel frattempo un’altra parte del mondo agricolo si prepara ad una analoga manifestazione organizzata dal Centro studi agricoli per i 12 febbraio alle 11 a Cagliari e davanti alle sedi di Argea (l’organismo pagatore regionale) di Nuoro, Iglesias, Oristano e Aassari. “L’agricoltura e l’allevamento sardo attraversano il momento più difficile degli ultimi 20 anni nell’indifferenza della politica e delle istituzioni – attacca Tore Piana, presidente Csa – C’è una sempre maggiore e crescente burocrazia, produzioni agricole vendute a prezzi non remunerativi, calamità sempre più frequenti dalla lingua blu alla peste suina, ritardi nell’erogazione dei fondi Csr/Pac e indennizzi”.

Continua ad oltranza la protesta degli agricoltori della Tuscia. Dopo il blocco del casello autostradale di Orte di sabato, questa mattina una quarantina di mezzi agricoli hanno paralizzato il traffico della cassia nord in prossimità di Porta Fiorentina, una delle porte principali di accesso a Viterbo. Poco prima del solito raduno sulla Cassia accanto al cimitero, alcuni manifestanti si sono fermati di fronte alla sede della Coldiretti Viterbo, dove hanno strappato le bandiere che erano sulla porta. Le bandiere sono poi state bruciate in segno di protesta. Alle 11 il corteo di trattori, partito dal punto di ritrovo, ha percorso via della Palazzina, Piazzale Gramsci e via Garbini paralizzando il traffico.

E’ giunta a Udine la protesta degli agricoltori per protestare contro le politiche europee del settore e, in particolare, il mondo della politica, i sindacati e le istituzioni in genere, e per chiedere iniziative a favore dei giovani che operano nel comparto. Una settantina di trattori e di mezzi agricoli di vario tipo si sono radunati questa mattina nel parcheggio dello Stadio di Udine, proveniente da varie località del Friuli. I manifestanti si sono organizzati spontaneamente dandosi appuntamento e poi sono sfilati in corteo fino in piazza Primo Maggio. La manifestazione si è sciolta poco dopo e si è svolta senza alcun problema ma soltanto qualche disagio per la circolazione. Le forze dell’ordine presenti hanno controllato lo svolgimento dell’iniziativa.

Presidi su molte strade principali e due riunioni in programma alla Regione nel tentativo di trovare una mediazione: quella di oggi è una giornata fondamentale sul fronte della protesta degli agricoltori in Calabria. I presidi più importanti sono in corso nel Catanzarese e nel Crotonese. Lunghe file a Botricello e Cropani Marina, sulla strada statale 106. Proprio i sindaci dei due comuni del Catanzarese, Saverio Simone Puccio e Raffaele Mercurio, dopo le interlocuzioni con il prefetto di Catanzaro Enrico Ricci, hanno ottenuto un tavolo tecnico che si terra’ in mattinata in Regione e a cui seguira’ una seconda riunione con gli agricoltori del Crotonese. Molti i disagi alla circolazione stradale.

Sono qui come padre e responsabile di una comunità che guarda con attenzione al mondo agricolo perché i nostri fratelli che lavorano in questi ambiti sono quelli che fanno fruttificare la terra e, quindi, hanno una grande dignità e una grande valenza umana. Noi siamo con loro nella difesa del loro desiderio di lavorare, nel loro desiderio di essere messi nelle condizioni migliori per fare un lavoro di dignità e qualità“. Lo ha detto monsignor Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo di Crotone-Santa Severina che ha fatto visita, a Botricello, ad uno dei presidi permanenti in atto da parte degli agricoltori in Calabria. “Sono molto contento – ha aggiunto il presule – di essere qui in questo momento. E sono venuto per portare la solidarietà, la vicinanza e la condivisione di tutta la nostra chiesa per stare insieme ai lavoratori di questo settore e le famiglie. La posta in gioco non riguarda solo loro ma tutti noi. In questi giorni abbiamo vissuto tutti un po’ un sano disagio perché abbiamo avuto delle difficoltà dovute alle manifestazioni sulle strade. Però questo disagio ci ha fatto comprendere i problemi che questi nostri fratelli sollevano davanti ai nostri occhi“. “Abbiamo capito tante cose – ha sostenuto ancora l’arcivescovo – perché ognuno di noi segue il proprio settore , i propri interessi, le sue occupazione e fatiche. Gli agricoltori, le loro famiglie e tutto l’indotto che gira intorno al settore, parlano di problemi che riguardano tutti noi. La legislazione europea, con le sue sfide e i suoi interrogativi, i passi del Governo nazionale. Si tratta di questioni che dovrebbero tutta darci da pensare perché l’Italia e soprattutto la Calabria ha in questo settore un contesto vitale che noi vogliamo sia custodito e valorizzato. Non dobbiamo permettere che ci siano interventi che anziché promuovere questo settore comportino, direttamente o indirettamente, un ridimensionamento. Penso che turismo e agricoltura di qualità siano il futuro della Calabria. La nostra gente con sacrificio sta facendo questi passi. Vorremmo che il governo nazionale e l’Ue creassero le condizioni perché questo sforzo non sia vanificato“. Mons. Panzetta, dialogando con i manifestanti, ha assicurato che porterà le istanze raccolte tra i lavoratori della terra all’assemblea dei vescovi calabresi. “In questi anni, da quando sono qui – ha sostenuto il presule – ho visto tanto desiderio di fare qualità. Anche nelle visite pastorali nelle attività agricole che insistono nelle parrocchie che ho visitato, ho constatato tanta voglia di misurarsi con i grandi mercati con il desiderio di fornire prodotti di qualità. Si tratta di dunque di difendere quelle impostazioni normative che cosentono in Italia e in Calabria di fare qualità e soprattutto di difendere posti di lavoro“.

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