Argentina, al via missione dell’AIEA per il rilevamento delle microplastiche in Antartide

Gli scienziati dell'AIEA intraprendono una missione in Antartide per ricercare l'impatto delle microplastiche
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Sabato 6 gennaio, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), in collaborazione con l’Argentina, ha lanciato la sua prima spedizione di ricerca scientifica per indagare sulla presenza di microplastiche in Antartide come parte degli sforzi per combattere questo crescente problema ambientale, anche nelle aree più remote del pianeta. Il Presidente dell’Argentina, Javier Milei, e il direttore generale dell’AIEA Rafael Mariano Grossi si sono uniti al team scientifico dell’AIEA presso le basi antartiche argentine di Marambio ed Esperanza per celebrare l’inizio della loro missione. Erano presenti anche il Ministro della Difesa Luis Petri, il Ministro dell’Interno Guillermo Francos e il Ministro degli Esteri Diana Mondino.

Il gruppo di ricerca composto da due persone partirà per un mese per valutare l’impatto delle microplastiche, indagando sulla loro presenza e distribuzione nell’acqua di mare, nei laghi, nei sedimenti, nella sabbia, nelle acque di scarico e negli animali dell’ecosistema antartico vicino alla stazione di ricerca scientifica argentina Carlini.

L’iniziativa NUTEC Plastics

La missione dell’AIEA in Antartide viene portata avanti attraverso l’iniziativa NUTEC Plastics dell’AIEA. Istituita nel 2020, NUTEC è un’iniziativa faro dell’AIEA per combattere l’inquinamento da plastica con le tecnologie nucleari. Attraverso una rete di laboratori NUTEC per il monitoraggio della plastica, vengono utilizzate tecniche nucleari e isotopiche per produrre dati sulla distribuzione delle microplastiche marine campionando e analizzando la prevalenza delle microplastiche nell’ambiente. Questi dati scientifici precisi rappresentano informazioni importanti per lo sviluppo di misure e politiche di mitigazione e smaltimento della plastica.

Microplastiche nell’Antartide

La prima prova di microplastiche – particelle di plastica inferiori a 5mm di diametro – trovate nel ghiaccio costiero dell’Antartide risale al 2009, quando i ricercatori dell’Università della Tasmania hanno campionato il ghiaccio marino nell’Antartide orientale. Tuttavia, non ci sono ancora quasi informazioni disponibili su dove e quanta microplastica arriva in Antartide e quanta viene assorbita dagli organismi antartici. Esistono inoltre pochissimi dati sui tipi di microplastiche che raggiungono questa zona incontaminata attraverso le correnti oceaniche, la deposizione atmosferica e la presenza dell’uomo nell’Antartide.

In occasione di un evento per il lancio della missione il 6 gennaio presso la base antartica argentina di Marambio, il direttore generale Grossi ha affermato che la scoperta di microplastiche nell’ambiente antartico, un tempo incontaminato, costituisce una testimonianza dell’influenza dell’inquinante diffuso e dannoso. “Le microplastiche sono un problema globale, ma alla comunità internazionale mancano ancora i dati scientifici necessari per prendere decisioni informate. Questo è l’obiettivo di NUTEC Plastics: comprendendo l’origine, il movimento e l’impatto della plastica, possiamo prendere decisioni informate su come affrontare il problema”.

La presenza di microplastiche può contribuire ad accelerare la perdita di ghiaccio in Antartide riducendo la riflettività del ghiaccio, alterando la rugosità superficiale, promuovendo l’attività microbica, agendo come isolanti termici e contribuendo all’indebolimento meccanico della struttura del ghiaccio. Se combinata con il cambiamento climatico, le condizioni atmosferiche e le influenze oceaniche, la presenza di microplastiche aggraverà l’impatto dello scioglimento dei ghiacci polari in Antartide. Inoltre, le microplastiche che entrano nella catena alimentare degli organismi antartici influiscono negativamente sulla salute della vita antartica e sulla loro resilienza ai cambiamenti climatici.

Trattato internazionale

In una risoluzione del marzo 2022, gli Stati membri delle Nazioni Unite si sono impegnati ad avviare i negoziati per un nuovo trattato globale sulla messa al bando dell’inquinamento da plastica, anche nell’ambiente marino, con l’obiettivo dell’adozione formale entro il 2025. La rete di laboratori NUTEC in espansione dell’AIEA per il monitoraggio dell’inquinamento marino da (micro)plastica, anche nelle aree polari, svolgerà un ruolo cruciale nel fornire prove scientifiche essenziali a supporto di un processo decisionale informato durante i negoziati del trattato e contribuirà alla sua effettiva attuazione, in particolare nell’ambiente marino.

Il Direttore Generale Grossi ha sottolineato: “il benessere dell’Antartide, una vera e propria regione selvaggia della Terra, è vitale per la salute generale del pianeta. Estendendo la nostra presenza in tutto il mondo, abbiamo portato le nostre competenze specializzate in Antartide dove i nostri sforzi possono portare il cambiamento tanto necessario”.

Sfruttare la precisione della scienza nucleare

Nel prossimo mese, due esperti dell’AIEA monitoreranno la presenza di microplastiche nell’ambiente in 22 siti vicino alla base di ricerca Carlini in diversi ambienti: l’acqua dell’Oceano Antartico, i laghi antartici e la terra antartica. Preleveranno campioni di acqua di mare da 12 siti, campioni di sedimenti da quattro siti, tre campioni da laghi e campioneranno tre diverse spiagge sabbiose. Il team monitorerà anche la presenza di microplastica negli organismi raccogliendo vongole, patelle e feci dei pinguini.

Il lavoro dell’AIEA per affrontare e monitorare la presenza di microplastiche in Antartide è svolto in collaborazione con l’Instituto Antartico Argentino (IAA), l’ufficio incaricato di consigliare, indirizzare ed eseguire ricerche e studi scientifici e tecnici in Antartide, e la Dirección Nacional del Antártico (DNA) che ha il compito di guidare, dirigere e controllare l’attività scientifica e tecnica in Antartide.

Nel corso del prossimo mese, i campioni verranno raccolti e preparati dal team dell’AIEA e inviati ai laboratori per l’ambiente marino dell’AIEA a Monaco per essere analizzati. La spettroscopia vibrazionale verrà utilizzata per contare il numero di microparticelle di plastica e per caratterizzare il tipo di polimeri per valutare potenzialmente la fonte di inquinamento da microplastica. I campioni verranno inoltre inviati all’IAA di Buenos Aires dove, nell’ambito dell’iniziativa NUTEC, sono stati installati un microscopio e uno spettrometro all’avanguardia, oltre a una serie di corsi di formazione forniti, per rafforzare le capacità di ricerca sulle microplastiche dell’Argentina.

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