Covid e Fede: la religione è stata la “cura più efficiente” durante la pandemia

Potrebbe essere che la fede religiosa costruisca la resilienza, fornendo alle persone speranza
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Nel corso della pandemia di Covid-19, una luce di speranza sembra esserci stata attraverso la fede religiosa, secondo una nuova e affascinante ricerca condotta dall’Università di Cambridge. I risultati suggeriscono che le persone di fede hanno affrontato meglio lo stress e l’infelicità durante i lockdown del Regno Unito nel 2020 e nel 2021 rispetto ai loro coetanei laici.

Covid e Fede

Gli economisti dell’Università di Cambridge, guidati dal Prof. Shaun Larcom del Dipartimento di Economia del Territorio, hanno esaminato dati provenienti da oltre 3.800 persone nel Regno Unito durante i primi due lockdown nazionali, confrontandoli con tre onde di dati precedenti alla pandemia. Sorprendentemente, hanno scoperto che mentre l’aumento universale dell’infelicità associato ai lockdown era inevitabile, le persone che si descrivevano come appartenenti a una religione hanno sperimentato un aumento del 29% inferiore nella sensazione di tristezza.

Ciò che rende questa ricerca ancora più intrigante è l’analisi della “religiosità”, che riflette l’estensione dell’impegno individuale alle credenze religiose. Coloro per i quali la religione fa una “certa o grande differenza” nella loro vita hanno vissuto circa la metà dell’incremento dell’infelicità rispetto a coloro per i quali la religione ha un ruolo meno centrale. Questo suggerisce che non è solo la presenza di fede, ma la sua intensità, che gioca un ruolo cruciale nel mitigare gli effetti negativi durante una crisi.

Gli effetti della religione sul benessere

Il Prof. Larcom sottolinea che la pandemia di Covid-19 ha fornito un’opportunità unica per studiare gli effetti della religione sul benessere, poiché è stata un evento straordinario che ha colpito tutte le persone contemporaneamente. Le sfide di selezione solitamente presenti nello studio degli effetti della religione sono state ridotte, consentendo agli studiosi di valutare in modo più accurato il ruolo della fede durante una crisi globale.

Un aspetto interessante emerso dalla ricerca è che non c’era una differenza sostanziale tra cristiani, musulmani e induisti, le tre principali religioni nel Regno Unito. Tuttavia, il benessere di alcuni gruppi religiosi sembrava soffrire maggiormente quando i luoghi di culto venivano chiusi durante il primo lockdown. Ad esempio, la mancanza di partecipazione alle cerimonie settimanali sembrava aver avuto un impatto particolarmente significativo su cattolici e musulmani.

Avere fede durante la positività al virus

In uno studio correlato, condotto negli Stati Uniti durante il 2021, i ricercatori hanno esaminato l’impatto della fede religiosa sulla salute mentale di coloro che avevano sperimentato direttamente l’infezione da Covid-19 o avevano conosciuto qualcuno infetto. I risultati hanno rivelato che coloro senza fede religiosa hanno sperimentato un declino del benessere del 60% superiore rispetto alle persone di fede con livelli tipici di “religiosità”. Curiosamente, questi effetti positivi della religione non sono stati riscontrati nelle aree con lockdown più rigidi, suggerendo che l’accesso ai luoghi di culto potrebbe essere ancor più cruciale nel contesto statunitense.

Il Prof. Sriya Iyer, coinvolto in entrambi gli studi, suggerisce che le credenze religiose possono fungere da risorse psicologiche che rafforzano l’autostima e forniscono abilità di coping, unite a pratiche che offrono sostegno sociale.

Potrebbe essere che la fede religiosa costruisca la resilienza, fornendo alle persone speranza, consolazione e significato in tempi tumultuosi. Mentre il mondo continua a navigare attraverso le sfide della pandemia, questa ricerca apre la strada a una comprensione più approfondita del ruolo della fede nel sostegno alla salute mentale e al benessere individuale.

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