Falde acquifere sotterranee in calo in tutto il mondo

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Le acque sotterranee immagazzinate nelle falde acquifere di tutto il mondo potrebbero subire un calo impressionante, e in alcuni casi si potrebbe osservare una diminuzione di mezzo metro all’anno durante il XXI secolo. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati dell’Università della California a Santa Barbara e del British Geological Survey di Edimburgo.

Lo studio

Il team, guidato da Scott Jasechko e Donald John MacAllister, ha analizzato circa 170mila pozzi di monitoraggio in 40 paesi per prevedere gli effetti che questi ecosistemi subiranno nel prossimo futuro. Le falde acquifere, spiegano gli esperti, rappresentano una importantissima fonte di acqua dolce per fattorie, zone residenziali e città di tutto il mondo. Queste fondamentali realtà potrebbero però diventare sempre meno accessibili a causa dei cambiamenti del clima terrestre e dell’eccessivo utilizzo dell’acqua, ponendo gravi rischi per le economie e gli ecosistemi del globo.

Gli autori hanno utilizzato anche le informazioni raccolte da Gravity Recovery and Climate Experiment (GRACE), una missione che prevede l’uso di satelliti gemelli che misurano con precisione la distanza tra loro durante le orbite attorno alla Terra. Le mappe satellitari delle acque sotterranee forniscono informazioni sulle tendenze di stoccaggio, spiegano gli autori, mentre le misurazioni in situ derivanti dal monitoraggio dei pozzi possono fornire uno sguardo più completo sulle tendenze di impoverimento delle falde acquifere.

Scoperte contrastanti

Il gruppo di ricerca ha scoperto che il 36% delle falde acquifere in tutto il pianeta diminuisce di circa 0,1 metri ogni anno, mentre il 12% raggiungeva un tasso di circa mezzo metro all’anno. Confrontando questi risultati con i dati sull’esaurimento delle acque sotterranee dal 1980 al 2000, il team ha scoperto che il 30 per cento delle falde acquifere esaminate ha subito un impoverimento accelerato durante il XXI secolo, specialmente nelle regioni aride.

In controtendenza, però, gli esperti hanno scoperto che il 6% e l’% delle falde acquifere del globo stava aumentando rispettivamente a un tasso di 0,1 e 0,5 metri ogni anno. Questo trend in salita, ipotizzano gli studiosi, potrebbe derivare dalla diminuzione del consumo delle acque sotterranee, dall’attuazione di politiche di preservazione, dai trasferimenti di acque superficiali, dai cambiamenti nella copertura del suolo e da progetti di ricarica gestiti.

Il gruppo di ricerca aggiunge che la combinazione di diversi set di misurazioni in situ potrebbe fornire tendenze ancora più chiare su un’area più ampia. Le falde acquifere, commentano gli autori, potrebbero quindi riprendersi in caso di una migliore gestione e se si adotteranno politiche di prevenzione mirate. Oltre a lanciare l’allarme sul declino delle risorse idriche, sottolineano gli scienziati, questo lavoro offre esempi di best practices e di come intervenire per contrastare la riduzione delle acque sotterranee.

Il nostro lavoro – precisa Debra Perrone, altra firma dell’articolo – dimostra che possiamo cambiare la situazione con sforzi e interventi precisi. Ad esempio, riempire le falde acquifere ci consentirebbe di immagazzinare quell’acqua fino al momento del bisogno, il che sarebbe utile anche per l’ecologia della regione interessata. L’esaurimento delle falde acquifere non è inevitabile e lavori come questo ci permettono di individuare le strategie più efficaci per contrastarlo“.

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