Le emissioni di anidride carbonica dell’industria tedesca hanno raggiunto gli obiettivi del governo, diminuendo del 12% su base annua, a seguito di un calo dell’11% della produzione ad alta intensità energetica. Lo ha dichiarato il ministro dell’economia Habeck, avvertendo però che tale calo potrebbe essere perso quest’anno con la ripresa del settore. I produttori ad alta intensità energetica, infatti, hanno ridotto la produzione l’anno scorso a causa dell’aumento dei prezzi del gas in Europa a seguito del passaggio dalla fornitura di gas russo tramite condutture alle importazioni di gas naturale liquefatto.
“Le conseguenze della crisi dell’energia fossile e il rallentamento dell’economia sono particolarmente evidenti nelle emissioni di CO₂ delle industrie ad alta intensità energetica“, ha dichiarato il direttore del think tank “Agora Energiewerde“, Simon Mueller, in una nota. Ha precisato inoltre che, nonostante il calo complessivo, i settori dei trasporti e dell’edilizia, che negli ultimi anni non hanno raggiunto gli obiettivi governativi in materia di emissioni, hanno mancato l’obiettivo del 2023. La quota di mercato delle auto elettriche è rimasta ferma al 20%, come mostrano le rilevazioni del think tank.
I dati suggeriscono che il raggiungimento degli obiettivi di CO₂ per il 2030 – auspicato dal ministro – richieda finanziamenti governativi, diventati però significativamente più stretti dopo la sentenza della Corte costituzionale dello scorso anno che ha cancellato circa 60 miliardi di euro di debito inutilizzato destinato a progetti climatici. Insomma, in Germania la transizione verde deve fare i conti con la realtà.