Per i malati di tumore è consigliabile non perdere peso: lo studio

Il prossimo passo è capire perché la dieta si associa a questo cambiamento nel rischio di tumori
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Per quanto fondamentale per scongiurare malattie cardiovascolari, diabete e molto altro, perdere peso potrebbe essere collegato ad un aumento del rischio di tumori, soprattutto del tratto gastrointestinale, negli anni a seguire. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista JAMA e condotto da Brian Wolpin, del Dana-Farber Cancer Institute e della Harvard Medical School di Boston.

Lo studio

Gli esperti hanno voluto determinare i tassi di diagnosi successive di cancro nel corso di 12 mesi tra operatori sanitari con perdita di peso nei due anni precedenti rispetto a coetanei con caratteristiche simili che non si sono messi a dieta. Gli esperti hanno coinvolto un gruppo di donne di 40 anni o più provenienti dallo studio sulle infermiere (Nurses’ Health Study) la cui salute è stata monitorata dal giugno 1978 al 30 giugno 2016, e uomini di 40 anni o più provenienti dallo studio sul follow-up degli operatori sanitari (Health Professionals Follow-Up Study) seguiti dal gennaio 1988 al 31 gennaio 2016, per un totale di 157.000 partecipanti.

Ebbene, è emerso che gli operatori sanitari che avevano perso peso nei due anni precedenti avevano un rischio significativamente più elevato di sviluppare il cancro nei successivi 12 mesi rispetto a coloro senza recente perdita di peso.

Il cancro del tratto gastrointestinale superiore (cancro dell’esofago, stomaco, fegato, vie biliari o pancreas) era particolarmente comune tra i partecipanti con recente perdita di peso rispetto a quelli che non erano dimagriti; c’erano 173 casi di cancro ogni 100.000 persone tra coloro con una perdita di peso superiore al 10% del peso di partenza, rispetto a 36 casi di cancro ogni 100.000 persone tra coloro che non erano dimagrite. Il prossimo passo è capire perché la dieta si associa a questo cambiamento nel rischio di tumori, concludono gli esperti.

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