Com’era il mondo prima del COVID-19? Non lo ricordiamo, ma sicuramente non esisteva lo smart working

Mentre le attività di routine possono essere svolte con facilità da casa, il lavoro collaborativo sembra ancora più efficace in ufficio
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Negli ultimi anni, il mondo ha assistito a un cambiamento sismico nelle modalità di lavoro, accelerato dall’avvento della pandemia da COVID-19 che ha portato con sé numerose conseguenze. Un recente studio pubblicato sulla Review of Economic Studies, edita da Oxford University Press, offre una prospettiva intrigante sulle conseguenze di questa trasformazione, evidenziando come l’ampia adozione delle tecnologie di lavoro da casa abbia avuto profonde implicazioni sulla vita americana.

La rivoluzione dello smart working

Il cuore di questa trasformazione è stato il passaggio al lavoro da casa, reso possibile da tecnologie che hanno permesso alle famiglie di continuare le proprie attività professionali anche durante le restrizioni imposte dalla pandemia. Secondo gli autori dello studio, questo cambiamento ha comportato un aumento sostanziale della produttività per coloro che lavorano da casa. Attraverso un modello di equilibrio che tiene conto della scelta del luogo di residenza e della distribuzione del tempo tra lavoro da casa e in ufficio, i ricercatori hanno rilevato che la pandemia ha innescato un aumento permanente della produttività relativa di chi lavora da casa.

L’ascesa della produttività del lavoro da casa

L’incremento della produttività, tuttavia, non si verifica in tutti gli aspetti del lavoro in maniera uniforme. Mentre le attività di routine possono essere svolte con facilità da casa, il lavoro collaborativo sembra ancora più efficace in ufficio. Questa dinamica, secondo gli studiosi, potrebbe spiegare il cambio nell’ubicazione di molte persone all’interno delle aree metropolitane, con un aumento della domanda di spazio per uffici a casa nei sobborghi esterni.

Lo smart working, tuttavia, non è una novità introdotta dalla pandemia. Già dagli anni 2000, alcuni lavoratori sperimentavano il telelavoro in modo sporadico. Nel 2019, circa il 5% dei giorni lavorativi di tutti i lavoratori veniva trascorso a casa, con significative disparità tra i livelli di istruzione. Ma è con la pandemia che l’adozione massiccia delle tecnologie di lavoro remoto ha portato a un aumento impressionante del lavoro da casa, quadruplicando il numero di giorni lavorativi da casa rispetto al periodo pre-pandemico.

Conseguenze economiche della pandemia

L’adozione su vasta scala del lavoro da casa ha determinato una serie di impatti economici. La domanda di spazi per uffici è drasticamente diminuita, causando una riduzione degli affitti negli uffici centrali di circa il 7%. Al contempo, la domanda di spazi per uffici a casa ha incrementato gli affitti residenziali, soprattutto nei sobborghi esterni, con un aumento dei costi delle abitazioni del 24%. Questo fenomeno ha ridefinito il paesaggio immobiliare delle aree urbane, con una contrazione delle richieste di spazi per uffici e un aumento della domanda di abitazioni dotate di spazi per il lavoro da casa.

Ineguaglianza di reddito

Uno degli aspetti più rilevanti emersi da questa analisi è l’impatto sull’ineguaglianza di reddito. Gli studiosi prevedono che l’aumento della produttività nello smart working favorirà principalmente i lavoratori altamente qualificati, portando a una maggiore disparità economica. Questo fenomeno è in linea con la tendenza osservata sin dagli anni ’70, in cui l’innovazione tecnologica ha contribuito all’incremento dell’ineguaglianza a favore dei lavoratori più qualificati.

Un nuovo paradigma del lavoro e della vita

La trasformazione epocale verso il lavoro da casa sta ridefinendo il modo in cui viviamo e lavoriamo. Sebbene la pandemia abbia agito da catalizzatore accelerando questo processo, gli studiosi sottolineano che l’innovazione tecnologica avrebbe comunque portato a guadagni di produttività nello smart working nel lungo periodo. Questo nuovo paradigma ha conseguenze tangibili sull’urbanizzazione, sull’immobiliare e sull’ineguaglianza economica, plasmando il futuro della società americana.

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