Scoperto nuovo “circuito”: più longevità e invecchiamento rallentato

"Abbiamo dimostrato un modo per ritardare l'invecchiamento e prolungare la durata della vita"
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Scoperto nei topi un percorso di comunicazione critico che collega il cervello e il tessuto adiposo del corpo in un circuito di feedback che sembra centrale per la produzione di energia in tutto il corpo, contrastando gli effetti dell’invecchiamento. Lo rivela lo studio della Washington University School of Medicine di St. Louis, pubblicato sulla rivista Cell Metabolism. La ricerca suggerisce che il graduale deterioramento di questo ciclo di feedback contribuisce all’aumento dei problemi di salute tipici dell’invecchiamento naturale e ha, quindi, implicazioni per lo sviluppo di interventi futuri che potrebbero mantenere il ciclo di feedback più a lungo e rallentare gli effetti dell’avanzare dell’età.

Neuroni Attivi e Prolungamento della Vita nei Topi

Negli ultimi anni, la ricerca ha iniziato a rivelare che le linee di comunicazione tra gli organi del corpo sono regolatori chiave dell’invecchiamento. Quando queste linee sono aperte, gli organi e i sistemi del corpo lavorano bene insieme. Ma, con l’avanzare dell’età le linee di comunicazione si deteriorano e gli organi non ricevono più i messaggi molecolari ed elettrici di cui hanno bisogno per funzionare correttamente.

Ora, i ricercatori hanno identificato una serie specifica di neuroni nell’ipotalamo del cervello che, quando attivi, inviano segnali al tessuto adiposo del corpo per rilasciare energia. Gli scienziati hanno applicato metodi genetici e molecolari impiegati per far sì che questa via di comunicazione restasse costantemente aperta dopo aver raggiunto una certa età su topi programmati e hanno scoperto che questi topi erano più attivi fisicamente, mostravano segni di invecchiamento ritardato e vivevano più a lungo rispetto ai topi in cui questa stessa via di comunicazione rallentava gradualmente come parte del normale invecchiamento.

Abbiamo dimostrato un modo per ritardare l’invecchiamento e prolungare la durata della vita sana nei topi attraverso la manipolazione di una parte importante del cervello“, ha dichiarato Shin-ichiro Imai, Theodore and Bertha Bryan Distinguished Professor in Environmental Medicine, professore presso il Dipartimento di Biologia dello Sviluppo della Washington University e autore senior dello studio. “Dimostrare questo effetto in un mammifero è un contributo importante per il campo; i lavori precedenti che rivelavano un’estensione della durata della vita in questo modo sono stati condotti in organismi meno complessi, come vermi e moscerini della frutta“, ha continuato Imai.

Implicazioni per l’Anti-Invecchiamento Umano

Questi neuroni specifici, che si trovano in una parte del cervello chiamata ipotalamo dorsomediale, producono un’importante proteina, la Ppp1r17. Quando questa proteina è presente nel nucleo, i neuroni sono attivi e stimolano il sistema nervoso simpatico, che regola la reazione di lotta o fuga dell’organismo. La risposta che innesca la decisione di combattere o fuggire è ben nota per i suoi ampi effetti su tutto l’organismo, tra cui l’aumento della frequenza cardiaca e il rallentamento della digestione.

Nell’ambito di questa risposta, i ricercatori hanno scoperto che i neuroni dell’ipotalamo innescano una catena di eventi che attivano i neuroni che governano il tessuto adiposo bianco, un tipo di tessuto grasso immagazzinato sotto la pelle e nella zona addominale. Il tessuto adiposo attivato rilascia nel sangue acidi grassi che possono essere utilizzati per alimentare l’attività fisica. Il tessuto adiposo attivato rilascia anche un’altra importante proteina, un enzima chiamato eNAMPT, che ritorna all’ipotalamo e permette al cervello di produrre carburante per le sue funzioni.

Risultati

In media, la durata di vita di un tipico topo di laboratorio va dai 900 ai 1.000 giorni, ovvero circa 2,5 anni. In questo studio, tutti i topi di controllo invecchiati normalmente sono morti entro i 1.000 giorni di età. Quelli sottoposti a interventi per mantenere il ciclo di feedback cervello-tessuto adiposo, invece, hanno vissuto 60-70 giorni in più rispetto ai topi di controllo. Ciò si traduce in un aumento della durata della vita di circa il 7%. Nelle persone, un aumento del 7% in una vita di 75 anni si traduce in circa cinque anni in più.

Possiamo immaginare una possibile terapia anti-invecchiamento che prevede la somministrazione di eNAMPT in vari modi“, ha affermato Imai. “Abbiamo già dimostrato che la somministrazione di eNAMPT in vescicole extracellulari aumenta i livelli di energia cellulare nell’ipotalamo e prolunga la durata della vita nei topi“, ha aggiunto Imai. “Non vediamo l’ora di continuare il nostro lavoro studiando i modi per mantenere questo circuito di feedback centrale tra il cervello e i tessuti adiposi del corpo in modi che speriamo possano prolungare la salute e la durata della vita“, ha concluso Imai.

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