Nucleare, Pichetto Fratin: “produrremo energia da piccoli reattori”

"Il meccanismo è quello che vede lo Stato garantire un quadro autorizzativo e regolatorio, oltre che un sistema di incentivi per produrre energia da impianti di questo tipo"
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Sul fronte del nucleare si è avviato il percorso per un piano nazionale per la produzione di energia attraverso piccoli reattori, che potrebbero entrare in esercizio in sei o sette anni“. Lo spiega il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin in un’intervista al Corriere della Sera dove sottolinea come questa “sia una scelta naturale perché i piccoli reattori si possono costruire in poco tempo e occupano pochissimo spazio“.

Le dichiarazioni di Pichetto Fratin

Il meccanismo è quello che vede lo Stato garantire un quadro autorizzativo e regolatorio, oltre che un sistema di incentivi per produrre energia da impianti di questo tipo“, aggiunge. In queste ore entra in vigore il decreto che incentiva la creazione delle comunità energetiche che come spiega il ministro “assicura un vantaggio tariffario a famiglie, persone fisiche e piccole e medie imprese che si mettono insieme per produrre e consumare la propria energia da fonti rinnovabili“, per cui “è prevista una tariffa incentivante sull’energia prodotta e condivisa dai membri della comunità. A questo si aggiunga un contributo a fondo perduto, fino al 40% degli investimenti se si tratta di un comune con meno di 5 mila abitanti“. In totale per questo provvedimento ci sono “5,7 miliardi di euro, la dotazione per i contributi a fondo perduto vale 2,2 miliardi finanziati dal Pnrr” e “ragionevolmente potrebbero nascere circa 20 mila comunità, con una potenza installata di 7 Gigawatt“, conclude.

I piccoli reattori nucleari

Gli Small Modular Reactors (SMR), o mini reattori nucleari, hanno recentemente guadagnato notevole attenzione nel contesto energetico. Si tratta di reattori a fissione nucleare caratterizzati dalle loro dimensioni contenute, i quali potrebbero rappresentare una soluzione sempre più diffusa per la produzione di energia elettrica e/o termica in un prossimo futuro.

La loro principale peculiarità risiede nella modularità e modulabilità: composti da unità di dimensioni simili a un container, consentono di adattare facilmente la capacità energetica installando una o più unità, garantendo così una flessibilità senza precedenti.

Questo argomento è emerso nuovamente in primo piano con la firma di un importante accordo da parte di 13 Paesi dell’Unione Europea, tra cui Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia, che si sono impegnati a sostenere la ricerca e l’innovazione nel settore. Inoltre, Belgio, Paesi Bassi e Italia hanno aderito come Paesi osservatori.

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