La sonda Einstein pronta al lancio, liftoff dalla base cinese di Xichang

Con il contributo alla missione cinese, l'ESA avrà accesso al 10% dei dati raccolti per i prossimi 3 anni
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Presso la base cinese di Xichang è pronta a decollare la missione Einstein, risultato della collaborazione tra l’Accademia Cinese delle Scienze, l’Agenzia Spaziale Europea e l’Istituto tedesco Max Planck. Il lancio è programmato per le 08:20 ora italiana del 9 gennaio, con un razzo Long March 2C, un veicolo operativo da oltre 40 anni che, nel corso del 2023, ha completato con successo 9 missioni. L’obiettivo principale di questa missione è esplorare l’universo attraverso la sua capacità di osservazione ai raggi X, al fine di acquisire immagini e dati relativi alle esplosioni più potenti generate da stelle di neutroni e buchi neri.

La sonda utilizzerà una fotocamera ispirata alla visione delle aragoste per studiare vaste porzioni del cielo, cercando emissioni di particelle ad alta energia. Dotata di strumenti scientifici denominati Wxt e Fxt, sviluppati in collaborazione con l’azienda italiana Media Lario e basati sulle tecnologie precedentemente impiegate nelle missioni Xmm-Newton ed eRosita dell’ESA, la sonda potrà osservare simultaneamente circa 3.600 gradi-quadrati, coprendo quasi un decimo della sfera celeste. Inoltre, effettuerà tre orbite intorno alla Terra, ciascuna della durata di 96 minuti, permettendo una copertura quasi completa del cielo notturno.

einstein probe

Con un peso di circa 1.500 kg e una dimensione di 3 metri e mezzo, la sonda sarà posizionata su un’orbita a 600 km di altezza. La sua capacità di scrutare ampie regioni del cielo alla ricerca di sorgenti a raggi X è di grande importanza per individuare rapidamente queste emissioni, spesso legate a eventi catastrofici come collisioni tra stelle di neutroni o attività dei buchi neri. La rapida mappatura di tali eventi può contribuire a identificare, ad esempio, l’origine delle sorgenti delle onde gravitazionali rilevate sulla Terra tramite rivelatori come il Virgo europeo e il Ligo americano. Con il contributo alla missione cinese, l’ESA avrà accesso al 10% dei dati raccolti per i prossimi 3 anni, oltre a poter testare tecnologie cruciali per la futura e ambiziosa missione New Athena, prevista per il 2035 e destinata a diventare il più grande telescopio spaziale a raggi X mai costruito.

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