La virtù della pazienza: vivere con serenità e determinazione

Il nostro cervello è miopico nel valutare il tempo
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La parola “pazienza” è spesso utilizzata nelle nostre conversazioni quotidiane, talvolta in modo eccessivo, come nell’esclamazione “Abbi pazienza!” per chiedere indulgenza o nel più rassegnato “Pazienza!” per esprimere accettazione di situazioni inevitabili. Tuttavia, definire la virtù della pazienza non è un compito facile. Sembrerebbe agire come uno scudo contro gli eventi che non possiamo cambiare o evitare, una strategia di adattamento cruciale quando non possiamo fare altro. Non sorprende, dunque, che molti si lamentino di averne “troppo poca“.

L’uomo è paziente?

Secondo Salman Akhtar, studioso del Psychoanalytic Center di Philadelphia, “la pazienza consiste nell’accettazione della realtà interiore ed esterna, nell’assenza di risentimento, nel mantenimento della speranza e nella capacità di aspettare tempi migliori senza inquietudine e fretta“. Quindi, la chiave è saper aspettare. L’intera struttura socioeconomica umana richiede pazienza: dall’acquisto di un biglietto per lo stadio alla cooperazione tra individui. Senza di essa, la creatività e la perseveranza diventano difficili da coltivare.

Isaac Newton, uno dei più grandi scienziati della storia, attribuiva le sue scoperte alla “paziente attenzione” più che a qualsiasi altro talento. La pazienza è essenziale nelle “scelte intertemporali”, dove dobbiamo decidere tra una soddisfazione modesta immediata e un risultato significativo nel futuro. Inoltre, la pazienza è un pilastro della perseveranza, aiutandoci a ignorare distrazioni e tentazioni che potrebbero ostacolare il nostro cammino.

La pazienza e l’arte della perseveranza

L’esperimento noto come “Il test del marshmallow” di Walter Mischel ha dimostrato che i bambini capaci di aspettare per una ricompensa più grande mostravano in seguito meno aggressività, maggiore socievolezza e soddisfazione nella vita adulta. La pazienza si collega strettamente alla perseveranza, aprendo la strada al successo nello studio e nel lavoro.

L’impazienza, d’altra parte, è spesso associata a comportamenti impulsivi e può essere una caratteristica di dipendenze e disturbi psicologici come la depressione. Jeffrey Dalley, ricercatore all’Università di Cambridge, spiega che l’impazienza è il risultato di due meccanismi neurologici: l’incapacità di inibire azioni avventate e la mancata valutazione delle conseguenze, entrambi distinti nel cervello.

Stili di pensiero e neurotrasmettitori cerebrali

Uno studio dell’Università di Okinawa suggerisce che la capacità di attendere con pazienza è correlata alla serotonina, un neurotrasmettitore cerebrale prodotto in situazioni che richiedono pazienza. Le persone con bassi livelli di pazienza potrebbero produrne meno del normale. Inoltre, lo stile di pensiero gioca un ruolo significativo: le persone con uno “stile comparativo“, che pesa i pro e i contro, sono spesso più pazienti.

Il costo della pazienza

Tuttavia, la pazienza ha i suoi costi. L’attesa implica rinunce e può portare a rimpianti. In molte situazioni quotidiane, la pazienza richiede un’autodistrazione efficace. Ad esempio, immergersi nel proprio cellulare durante le code può aiutare a tollerare l’attesa. Inoltre, le scelte che richiedono pazienza portano inevitabilmente a rimpianti, specialmente quando si riflettono sulle opportunità perse.

Il nostro cervello è miopico nel valutare il tempo. Le prossime 24 ore sembrano più lunghe di un giorno tra un mese, e lo “sconto temporale” fa sì che il valore di un bene diminuisca con il tempo necessario per ottenerlo. L’impazienza cresce man mano che la ricompensa si avvicina, e questo fenomeno si riflette nel nostro comportamento quotidiano.

Inoltre, quando prendiamo decisioni, il nostro “io presente” tiene conto del “io futuro” solo in parte. Gli interessi immediati spesso prevalgono sulle considerazioni a lungo termine. Tuttavia, chi sa immaginare il sé futuro consegue maggiore pazienza, contribuendo così alla perseveranza.

La sottile arte di aspettare

Avere pazienza è un atto di resilienza e resistenza. Implica accettare che gli sforzi o le rinunce di oggi frutteranno risultati solo in un futuro lontano. La pazienza richiede l’abilità di pagare costi immediati in cambio di benefici ritardati, spesso con anni di attesa. In un’epoca in cui la gratificazione istantanea è spesso ricercata, la pazienza emerge come una virtù preziosa. Forse è tempo di riflettere sul valore silenzioso di questa virtù e sperimentare il potere trasformativo che può avere nella nostra vita quotidiana.

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