“Lo Spazio sta diventando un ambiente sempre più affollato, con operatori anche privati che vi si stanno affacciando; il rischio e l’affollamento aumenteranno domani, quindi è importante sapere dove voliamo e creare una cornice di sicurezza. E’ il compito dell’Aeronautica Militare, che lo fa tradizionalmente per gli spazi aerei, domani nello spazio aperto“: è quanto ha affermato il Colonnello dell’Aeronautica Militare Walter Villadei, durante un evento tenutosi questa mattina presso il Comando della 1ª Regione Aerea di Milano, al suo rientro dalla missione spaziale Ax-3 di Axiom Space, che lo ha visto operare in orbita, insieme a un equipaggio interamente europeo formato da altre 3 persone, 3 settimane, di cui 18 giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
A bordo della ISS, ha reso noto l’Aeronautica, sono stati svolti esperimenti per testare le future capacità di anticollisione della struttura e il benessere fisico e la resistenza dell’uomo nello Spazio. “A bordo era presente un software, che entrando direttamente nel database dell’Aeronautica ha permesso di effettuare delle simulazioni per vedere quale era il comportamento nell’avvicinamento di un detrito alla Stazione e misurare il fattore di rischio, fino ad oggi monitorato da Terra,” ha spiegato Villadei. Attraverso tute speciali e macchinari, gli astronauti sono stati sottoposti a costanti controlli. “Lo Spazio tende a modificare rapidamente il nostro fisico, che risponde con straordinaria capacità di adattamento, e abbiamo monitorato diversi parametri, da quelli cardiaci a quelli cardiovascolari, effettuando prelievi e ripetendoli durante il volto e poi successivamente“. Fondamentale per partire e affrontare gli esperimenti, è stato “l’addestramento, un graduale approcciarsi al sistema, alla navetta Dragon e la Stazione spaziale, e agli esperimenti la missione è servita a imparare procedure nuove, in un ambiente unico di microgravità, per le condizioni fisiche ma non solo: anche per la straordinaria collaborazione internazionale con tanti Paesi, tanta tecnologia, tanti esperimenti. C’è tanta Italia all’interno della Stazione spaziale internazionale“.
“Viviamo in un Paese straordinario che ha già realizzato il 40% della Stazione Spaziale Internazionale e quindi i giovani italiani avranno nei prossimi anni l’opportunità perché no di volare sulla Luna e magari di arrivare fino a Marte,” ha dichiarato Villadei. “E’ un messaggio centrale quello che va dato ai ragazzi, lo Spazio sembra lontano e tante volte un sogno irrealizzabile, non è così, è un’opportunità concreta, un grande sogno che si può realizzare con studio e con impegno“.
“Dobbiamo fare in modo che l’Italia per lo Spazio possa giocare un ruolo rilevante in Europa e nel mondo. Siamo stati il terzo Paese a lanciare un satellite, un’eredità da portare avanti,” ha affermato ha il sottocapo di Stato Maggiore dell’aeronautica militare, generale Francesco Vestito, durante l’incontro. “Noi siamo stati i coordinatori e facilitatori della missione, mettendo insieme l’eccellenza di accademia, ricerca, istituzioni e impresa, propedeutici all’avvio della missione“. “Una parte degli esperimenti fatti è propedeutica a fare in modo che l’uomo possa stare a lungo nello spazio senza conseguenze“.
La missione Ax-3, decollata il 18 gennaio dal Kennedy Space della Nasa (Cape Canaveral, Florida) e rientrata a largo di Daytona (Florida) lo scorso 9 febbraio, per l’Italia è stata un’occasione privilegiata per continuare a promuovere l’impegno verso un accesso sicuro ed efficace allo Spazio. La missione ha offerto al Sistema Paese la possibilità di incrementare competenze scientifiche, tecnologiche e operative legate alle attività umane nello Spazio, attraverso lo svolgimento di esperimenti in microgravità, promossi dal Ministero della Difesa, tramite l’Aeronautica Militare, e dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), in coordinamento con centri di ricerca, università e industrie, per amplificare la grande esperienza nazionale in ambito operativo, medico e tecnologico, applicata allo Spazio.