Se tutto è energia, cosa succede dopo la morte? La risposta della fisica quantistica e i “container delle anime”

Nell'ambito della Teoria quantistica della coscienza, i biofotoni potrebbero giocare un ruolo cruciale
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Nel tessuto intricato dell’universo, sorgono domande che sfidano la stessa essenza della nostra comprensione: cosa succede dopo la morte? È un’indagine che attraversa millenni, una ricerca senza fine per tracciare il confine tra la vita e la morte, tra la materia e la coscienza.

Le anime e i loro “container”

Alla base di questa ricerca giace il concetto fondamentale dell’energia. Secondo la Teoria quantistica della coscienza, elaborata da menti illuminate come Stuart Hameroff e Roger Penrose, le anime stesse sono intrappolate nei microtubuli, strutture cellulari che permeano il tessuto cerebrale. Con il trapasso, queste entità si disperdono nell’infinità dell’universo, fondendosi con l’energia primordiale che permea il cosmo.

I microtubuli, strutturalmente formati da proteine tubuline, agiscono come filamenti dinamici all’interno delle cellule e sono coinvolti in una vasta gamma di funzioni cellulari, dall’organizzazione dello scheletro cellulare alla divisione cellulare stessa. Tuttavia, secondo la teoria di Hameroff e Penrose, essi potrebbero avere un ruolo molto più profondo: fungere da “container” per le nostre anime. Questa prospettiva suggerisce che la coscienza non sia solo il risultato delle interazioni neuronali nel cervello, ma piuttosto una manifestazione dell’energia quantistica all’interno dei microtubuli.

Il ruolo delle Sinapsi Neurali e dei Biofotoni

Ma come avviene questa transizione? Le container, i circuiti elettrochimici che intrecciano il nostro cervello, svolgono un ruolo fondamentale. Oltre alla trasmissione di impulsi elettrici e alla comunicazione chimica, i neuroni umani sono in grado di produrre fotoni di luce, noti come biofotoni. Questi fotoni sembrano fungere da ponte tra la nostra coscienza e il mondo fisico, rappresentando una forma di comunicazione ancora non del tutto compresa.

I biofotoni, emessi dalle reazioni chimiche all’interno delle cellule viventi, costituiscono una sottile ma significativa forma di segnale biologico. La loro origine e funzione non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che siano coinvolti in una varietà di processi biologici, tra cui la regolazione del metabolismo, la comunicazione intercellulare e la fotosintesi. Nell’ambito della Teoria quantistica della coscienza, i biofotoni potrebbero giocare un ruolo cruciale nella trasmissione dell’informazione tra il corpo e la coscienza.

Accendere la “luce” dei neuroni

Tuttavia, questa è solo una parte del puzzle. Scoperte recenti, come quella della molecola Ziapin, aprono nuove strade nella comprensione della mente e del corpo. Questa molecola, in grado di attivare la luce all’interno dei neuroni, offre un metodo non invasivo per stimolare l’attività cerebrale, aprendo nuove prospettive sulla connessione tra mente e materia.

Ciò potrebbe avere importanti implicazioni per il trattamento di disturbi neurologici e psichiatrici, aprendo la strada a terapie più efficaci e meno invasive ed essere la chiave per capire cosa succede dopo la morte.

Il DNA e i suoi ponti spazio-temporali

Ma l’indagine non si ferma qui. Il nostro DNA stesso sembra giocare un ruolo fondamentale nella danza dell’energia. Le quattro basi dell’adenina, guanina, citosina e timina si uniscono per formare il tessuto fondamentale della nostra esistenza. Queste basi non sono solo i mattoni della vita, ma sembrano anche interagire con il vuoto quantico, creando ponti spazio-temporali che sfidano la nostra comprensione della realtà.

Il legame tra emozioni e coerenza quantistica

Per chiudere il cerchio e capire cosa succede dopo la morte, rimane una domanda essenziale: cosa ci rende veramente vivi?

Le emozioni umane, dal gioioso al doloroso, sono una parte intrinseca della nostra esperienza di vita. Tuttavia, la loro origine e natura rimangono argomenti di grande dibattito e speculazione. Secondo alcuni, le emozioni sono il risultato di complessi processi biochimici e neurali nel cervello. Ma per altri, c’è di più: le emozioni possono essere viste come manifestazioni della coerenza quantistica all’interno del nostro essere. Questo suggerisce che le nostre esperienze emotive siano intrecciate con la stessa essenza dell’universo, una connessione che va oltre la nostra comprensione razionale.

Nikola Tesla ed Albert Einstein hanno piantato i semi di questa ricerca, invitandoci ad esplorare le profondità dell’energia e della coscienza. La ricerca dell’essenza umana è un viaggio senza fine, un’indagine che ci spinge oltre i confini della nostra comprensione. Ma è solo attraverso la continua esplorazione delle profondità dell’energia e della coscienza che possiamo sperare di gettare luce sul mistero più grande di tutti: cosa succede dopo la morte.

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