Energia, Regno Unito autorizza nuove trivellazioni a tappeto per gas e petrolio nel Mare del Nord

Energia, il governo del Regno Unito ha autorizzato 24 nuove licenze per estrarre petrolio e gas con le trivelle nel Mare del Nord
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Il Regno Unito ha concesso alle principali compagnie petrolifere il diritto di estrarre combustibili fossili in 24 nuove aree di licenza attraverso il Mare del Nord come parte della missione del governo di prolungare la vita del bacino oil & gas, che sta invecchiando. La North Sea Transition Authority, l’autorità di regolamentazione del Mare del Nord, ha affermato che a 17 compagnie petrolifere – tra cui Shell e BP – sono state concesse licenze nelle aree del Mare del Nord centrale, del Mare del Nord settentrionale e ad ovest delle Isole Shetland, “per fornire vantaggi all’economia locale e più ampia”.

Secondo la NSTA, le ultime licenze – che seguono una tranche iniziale di 27 licenze offerte nell’ottobre scorso – potrebbero iniziare a produrre petrolio e gas prima della fine del decennio. La mossa ha fatto arrabbiare parlamentari e ambientalisti, che l’hanno definita “grossolanamente irresponsabile” e hanno accusato il governo di sopravvalutare i benefici economici del Mare del Nord e di sacrificare la leadership britannica sul clima “per un sogno irrealizzabile“.

Graham Stuart, ministro per la Sicurezza energetica, ha difeso la decisione del governo di incoraggiare maggiori trivellazioni di petrolio e gas nel Mare del Nord, nonostante alla COP28 di dicembre abbia sottoscritto l’impegno di eliminare gradualmente i combustibili fossili. Stuart ha detto ai parlamentari della Commissione per il controllo ambientale che le nuove licenze “saranno una buona notizia nella nostra transizione verso il net zero“. “Se non avessimo nuove licenze per il petrolio e il gas – ha spiegato il ministro – importeremmo nuovo GNL dall’estero, che contiene 4 volte più emissioni di carbonio del gas prodotto qui. Accetto che sia controintuitivo, ma non è un argomento complesso capire che è la cosa giusta da fare. Il nuovo petrolio e le licenze rafforzano la nostra capacità di raggiungere il net zero e rafforzano e sostengono la nostra leadership sul clima“.

Il governo britannico è comunque oggetto di feroci critiche per questa decisione. Per Philip Evans, attivista di Greenpeace UK, “il governo sa che l’industria dei combustibili fossili sta causando la crisi climatica ma, anziché reprimere i giganti del petrolio e del gas, stanno dando il via libera ad una nuova frenesia di trivellazione nel Mare del Nord“. I critici hanno sottolineato che la politica – che porterà miliardi al Tesoro nel breve termine – farà poco per garantire le forniture energetiche britanniche per abbassare le bollette energetiche, perché le nuove licenze produrranno principalmente petrolio che il Regno Unito esporta tipicamente verso le raffinerie in Europa. Ma il gruppo commerciale del settore, Offshore Energies UK, ha affermato che le nuove tornate di licenze contribuiranno a fornire una transizione ordinata per il settore, che continua a sostenere circa 120.000 posti di lavoro.

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