La recente richiesta della Svizzera all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) di esaminare le implicazioni della geoingegneria solare ha sollevato un acceso dibattito sulla scena internazionale. La geoingegneria solare, definita come l’insieme di tecniche finalizzate a manipolare il clima terrestre per ridurre le radiazioni solari, è al centro delle discussioni in vista dell’Assemblea dell’ONU per l’ambiente (UNEA), prevista per la prossima settimana a Nairobi, in Kenya.
La richiesta svizzera
Felix Wertli, ambasciatore dell’Ufficio federale svizzero per l’ambiente, ha sollecitato l’UNEA a condurre uno studio approfondito sui rischi, i benefici e le incertezze legate alle tecnologie sperimentali volte a mitigare l’impatto del Sole sull’atmosfera terrestre. Wertli ha sottolineato l’importanza della ricerca nel sensibilizzare i governi e le parti interessate sulle implicazioni di questa tecnologia a livello internazionale. Questa non è la prima volta che la Svizzera solleva la questione dell’ingegneria climatica. Già nel 2019, insieme ad altri paesi, aveva proposto un esame approfondito sugli esperimenti per raffreddare il pianeta utilizzando gas, tuttavia i negoziati non hanno avuto esito positivo. Arabia Saudita e Stati Uniti, tra gli altri, hanno bloccato i colloqui, evidenziando un interesse nello sviluppo di questa tecnologia.
Geoingegneria Solare: definizione e controversie
Ma cosa implica esattamente la geoingegneria solare? Conosciuta anche come tecnologia Srm (Solar Radiation Modification), prevede la manipolazione del clima attraverso il rilascio di gas come l’anidride solforosa negli strati superiori dell’atmosfera. I sostenitori di questa tecnologia sostengono che l’emissione di aerosol possa riflettere i raggi solari, contribuendo così a ridurre la temperatura in determinate aree.
Tuttavia, al momento la tecnologia Srm è vietata in gran parte del mondo. Nel 2010, la Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica ha stabilito che la geoingegneria solare non è consentita nei paesi che hanno firmato il trattato, tra cui tutti gli stati membri dell’Unione Europea. Negli ultimi anni, la questione ha attirato l’attenzione dei media in diverse parti del mondo, con il Messico che ha dovuto ribadire la sua opposizione alla bioingegneria solare nel 2023, dopo che alcune aziende private avevano iniziato a sperimentare palloni meteorologici nello stato della Bassa California.
La posizione dell’Unep
L’approccio dell’Unep (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) alla questione della geoingegneria solare è stato oggetto di discussione. Inger Andersen, direttrice esecutiva dell’Unep, ha parlato dell’importanza di una “conversazione globale sulla Srm“, pur evidenziando la posizione dell’agenzia contraria a qualsiasi alterazione della stratosfera. Nonostante le preoccupazioni, l’Unep si è mostrato disponibile a discutere della geoingegneria solare, producendo diversi rapporti sull’argomento con l’obiettivo di informare e mettere in guardia sui rischi associati a questa tecnologia.
L’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente
L’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente, in programma dal 26 febbraio al 1 marzo 2024, sarà un’occasione cruciale per discutere dell’affrontare la crisi globale causata dal cambiamento climatico, dalla perdita di biodiversità e dall’inquinamento. Con la partecipazione di rappresentanti di 193 stati membri, organizzazioni intergovernative e gruppi della società civile, oltre a esponenti della comunità scientifica e del settore privato, l’evento in Kenya sarà una piattaforma importante per delineare strategie e azioni concrete per affrontare le sfide ambientali globali.