Rivolta nel mondo dell’informatica: i computer classici sorpassano i quantistici

Il cuore di questa rivoluzione risiede in un algoritmo ingegnoso
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Nel vasto panorama dell’informatica, dove la ricerca e l’innovazione si intrecciano in scoperte e avanzamenti, c’è una storia che si staglia come una gigantesca ombra sulla scena: la competizione tra i computer classici e quelli quantistici. È una storia di ingegnosità umana, di perseveranza di fronte alle sfide più ardue, e soprattutto, di un’intensa lotta per la supremazia nella computazione.

I computer quantistici

Per anni, il calcolo quantistico ha incantato gli scienziati e gli ingegneri di tutto il mondo con la sua promessa di superare i limiti intrinseci del calcolo classico. Guidato dalla meccanica quantistica, il calcolo quantistico ha offerto la possibilità di esplorare un territorio prima considerato impossibile, con la promessa di risolvere problemi che una volta sembravano irrisolvibili in tempi record. Ma nonostante le promesse accattivanti, i computer quantistici hanno incontrato ostacoli imprevisti lungo la strada.

La perdita di informazioni è diventata una spina nel fianco dei ricercatori, una sfida che ha dimostrato di essere più ostinata di quanto inizialmente previsto. Quando si lavora con qubit, le unità di informazione quantistica, la capacità di mantenere la coerenza e la stabilità del sistema è fondamentale. Tuttavia, i qubit sono notoriamente delicati e suscettibili agli effetti ambientali, portando alla perdita di informazioni preziose e compromettendo la robustezza dei calcoli.

Inoltre, la traduzione dei dati quantistici in formati utilizzabili per il calcolo classico è stata un’altra sfida significativa. Sebbene i qubit possano esistere in una sovrapposizione di stati, rendendo possibile elaborazioni parallele di informazioni, questa caratteristica si traduce in una complessità aggiuntiva nella trasformazione di dati quantistici in un formato che i computer classici possono comprendere e utilizzare in modo efficiente.

I computer classici

Ma mentre i ricercatori affrontavano questi ostacoli con tenacia e determinazione, un’altra squadra di menti illuminate stava lavorando silenziosamente per trasformare le debolezze del calcolo quantistico in un punto di forza per il calcolo classico. Guidati dal professor Dries Sels, un luminare nel campo della fisica quantistica presso la New York University, questo team di ricercatori ha compiuto un passo audace e innovativo che ha catturato l’attenzione del mondo intero.

Il cuore di questa rivoluzione risiede in un algoritmo ingegnoso, un capolavoro di ingegneria informatica che consente al calcolo classico di emulare il funzionamento del calcolo quantistico con una frazione delle risorse precedentemente ritenute necessarie. Questo algoritmo, sviluppato in collaborazione con la Simons Foundation e il Flatiron Institute, sfrutta le reti tensoriali, una potente struttura matematica in grado di catturare e manipolare le intricatissime interazioni tra i qubit.

Per comprendere appieno l’importanza di questa innovazione, è necessario immergersi nell’astrusa scienza delle reti tensoriali. Queste strutture matematiche complesse consentono di catturare relazioni multivariate tra i dati, aprendo la strada a una nuova era di potenza di calcolo. Joseph Tindall, del Flatiron Institute, ha spiegato l’importanza di questa metodologia usando un’immagine evocativa: “Scegliere diverse strutture per la rete tensore corrisponde a scegliere diverse forme di compressione, come diversi formati per la propria immagine.”

In pratica, questo significa che l’algoritmo sviluppato dal team di ricerca di Sels permette di mantenere solo una parte delle informazioni archiviate nello stato quantistico, sufficienti per ottenere risultati di calcolo precisi, senza la necessità di risorse enormi richieste dai computer quantistici all’avanguardia. È come se avessero trovato la chiave per aprire la porta a un nuovo mondo di potenza di calcolo, sfruttando le debolezze stesse del calcolo quantistico.

Cosa ci riserva il futuro?

Ma questa non è solo una storia di algoritmi e reti tensoriali. È una storia di perseveranza e visione, di scienziati che sfidano i confini della conoscenza per aprire nuove strade nel regno del sapere. Come sottolinea Sels stesso, “Questo lavoro dimostra che ci sono molte strade potenziali per migliorare i calcoli, che comprendono sia l’approccio classico che quello quantistico. Inoltre, il nostro lavoro evidenzia quanto sia difficile ottenere un vantaggio quantistico con un computer soggetto a errori.”

Questo è solo l’inizio di un viaggio che promette di trasformare radicalmente il modo in cui concepiamo il calcolo. Finanziato dal Flatiron Institute e con il supporto di una sovvenzione dall’Air Force Office of Scientific Research, questo progetto pionieristico promette di aprire la strada a nuove scoperte e applicazioni che spaziano dalla scienza alla tecnologia, dalla medicina all’ingegneria, e oltre.

In un mondo in rapida evoluzione, i computer classici stanno dimostrando di essere molto più di quanto si credesse possibile. E mentre guardiamo verso il futuro, possiamo solo immaginare le meraviglie che ci attendono lungo il cammino verso l’ignoto. Ma una cosa è certa: il futuro della computazione non sarà mai più lo stesso.

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