Il Colossus di Bletchley Park: ottant’anni di segreti svelati

Con le sue 2.500 valvole, Colossus era in grado di effettuare calcoli rapidissimi, trovando le combinazioni giuste per decifrare i messaggi criptati
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Nel cuore della Seconda Guerra Mondiale, nel 1944, a Bletchley Park, una località celebre per essere la sede dell’unità di crittoanalisi britannica, sorse una macchina destinata a scrivere una nuova pagina nella storia dell’informatica. Il suo nome era “Colossus,” il primo computer della storia, e la sua nascita fu determinante per il corso degli eventi che portarono alla vittoria degli Alleati.

Il Battesimo di Colossus

Assemblato a soli 75 km da Londra, Colossus entrò in servizio nel gennaio del 1944, giusto in tempo per contribuire ai preparativi delle forze angloamericane prima dello sbarco in Normandia del 6 giugno di quell’anno. Il suo compito principale era decifrare i messaggi segreti delle forze nazifasciste, svelando le tattiche nemiche e permettendo agli Alleati di contrastare con successo la disinformazione orchestrata contro i nazisti.

Guerra dell’informazione

Dopo lo sbarco in Normandia, il ruolo di Colossus divenne ancora più cruciale. L’aumento vertiginoso del volume dei messaggi intercettati consentì alle truppe alleate di anticipare le mosse nemiche, vincendo la “guerra dell’informazione.” La macchina si dimostrò un alleato insostituibile nella decifrazione di codici segreti, fornendo un vantaggio strategico fondamentale per il progresso delle forze alleate.

Il gigante elettronico

Le immagini inedite rilasciate dalla Government Communications Headquarters in occasione dell’ottantesimo anniversario di Colossus gettano nuova luce sulla sua struttura e funzionamento. Con le sue 2.500 valvole, Colossus era in grado di effettuare calcoli rapidissimi, trovando le combinazioni giuste per decifrare i messaggi criptati. La sua forma esteriore, completamente diversa dai moderni personal computer, ricordava più un gigantesco armadio zeppo di cavi e sensori. Con dimensioni imponenti di 2,13 metri in altezza, 5,18 metri in larghezza e 3,35 metri in profondità, e un peso di cinque tonnellate, il Colossus consumava 8 kW di potenza.

Il segreto

Dalla mente dell’ingegnere inglese Tommy Flowers nel 1943, Colossus fu circondato da un manto di segretezza assoluta. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Flowers ricevette l’ordine di consegnare tutta la documentazione relativa al macchinario ai servizi segreti, e gran parte dei suoi componenti originali furono distrutti per decisione delle autorità britanniche durante la guerra fredda. Il segreto su Colossus durò quasi sessant’anni, con il mondo venendo a conoscenza della sua esistenza solo negli anni duemila.

L’eredità di Colossus

Dopo decenni di silenzio, nel 2008, il National Museum of Computing a Bletchley Park completò la ricostruzione di una copia a grandezza naturale di Colossus, che è ancora oggi esposta come testimonianza tangibile di questo capitolo cruciale nella storia dell’informatica. L’ottantesimo anniversario di Colossus è un’occasione per riflettere su come questa innovazione tecnologica abbia influenzato il corso della storia e sottolineato il ruolo cruciale della crittoanalisi nella vittoria degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale.

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