Per la prima volta dal 1945, “la guerra in Europa è un fatto reale”: ecco i possibili attacchi di Mosca | MAPPE

Donald Tusk sottolinea il compito principale dell'Occidente dovrebbe essere proteggere l'Ucraina dall'invasione russa
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Nelle stanze del potere europee, un’ombra cupa si allunga: la minaccia russa incombe sui confini dell’Unione Europea, destando timori di una guerra imminente. Le parole del premier polacco Donald Tusk, pronunciate in un’intervista recente, risuonano come un campanello d’allarme, scuotendo le fondamenta della stabilità europea e mettendo in guardia contro un pericolo che, se trascurato, potrebbe precipitare il continente in un’era di oscurità e caos.

La guerra in Europa “è un fatto reale”

Poche settimane fa il presidente francese Emmanuel Macron aveva parlato della possibilità di inviare truppe europee in Ucraina, suscitando la reazione degli altri paesi europei, tra cui l’Italia con il ministro degli Esteri Antonio Tajani che aveva dichiarato di escludere “l’invio di truppe italiane” sottolineando che “non vogliamo fare la guerra alla Russia“.

Intanto, durante la notte, l’esercito russo ha lanciato 99 droni contro l’Ucraina, che, come ha annunciato l’aeronautica militare di Kiev, è riuscita a distruggere 58 veicoli aerei senza pilota e oltre due dozzine di missili. Nonostante questo, ha fatto sapere il fornitore di energia DTEX, tre centrali termoelettriche sono state danneggiate dagli attacchi portando a blackout di emergenza per oltre 200.000 persone nelle regioni di Kharkiv e di Dnipro. Inoltre, frammenti che sembrano appartenere a un drone russo sarebbero stati trovati oggi anche in territorio rumeno, nella contea di Braila, vicina al confine ucraino.

Il ministero della Difesa della Romania ha quindi annunciato di aver avviato un’indagine. La Russia, fa sapere tramite il proprio canale Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, non intende partecipare alla conferenza sulla formula di pace ucraina che si terrà in Svizzera: “La Russia non ha intenzione di partecipare a questa conferenza, e la ‘formula di Zelensky’ è alchimia“.

Le dichiarazioni di Donald Tusk

La guerra in Europa, per la prima volta dal 1945, è un fatto “reale: stiamo scivolando in una fase “prebellica” con la Russia. È l’allarme lanciato dal premier polacco, Donald Tusk, nella sua prima intervista con media internazionali.

Non voglio spaventare nessuno, ma la guerra non è più un concetto del passato. È reale, è già iniziata più di due anni fa. La cosa più preoccupante è che ogni scenario è possibile. È la prima volta dal 1945 che ci troviamo in una situazione del genere. So che sembra devastante, soprattutto per i più giovani, ma dobbiamo abituarci mentalmente all’arrivo di una nuova era. È l’era prebellica. Non sto esagerando. Sta diventando ogni giorno più evidente“, ha detto Tusk, sottolineando che “dobbiamo essere pronti” ma che “l’Europa ha ancora molta strada da fare“.

Viviamo nel momento più critico dalla fine della seconda guerra mondiale. I prossimi due anni decideranno tutto“, secondo il primo ministro polacco, Donald Tusk, che ha invitato l’Europa a rispettare il limite minimo di 2% del PIL per la difesa: “Noi spendiamo il 4% per la difesa, ma so che la nostra situazione di sicurezza è più difficile di quella della Spagna o dell’Italia. Tuttavia, il 2% del PIL è semplicemente necessario. Non capisco come si possa metterlo in discussione“.

Da che parte difendersi? Ecco i possibili attacchi della Russia

Donald Tusk sottolinea il compito principale dell’Occidente dovrebbe essere proteggere l’Ucraina dall’invasione russa e mantenerla come stato indipendente e integro. Sottolinea inoltre che potremmo dover pensare a lungo termine alla guerra in Ucraina. Ma se la Russia dovesse attaccare l’Europa, come lo farebbe? Quali sono i territori più fragili, quelli a cui prestare maggiore attenzione?

Il Baltico: un confine vulnerabile all’espansione russa

Il Baltico, con le sue repubbliche di Estonia, Lettonia e Lituania, si erge come una frontiera vulnerabile e tesa, esposta alle mire espansionistiche della Russia. Questa regione, storicamente legata all’ex Unione Sovietica, porta ancora i segni indelebili dell’occupazione russa e della sua dominazione. La presenza di una considerevole minoranza russa all’interno dei confini dei Paesi baltici agita le acque della stabilità, mentre la recente militarizzazione russa dei confini rafforza il senso di insicurezza nella regione.

La memoria del passato sovietico è ancora fresca nella mente dei Baltici, che ricordano con amarezza gli anni di oppressione e controllo. Questo retaggio storico alimenta il timore di una nuova invasione russa, specialmente considerando le recenti azioni aggressive della Russia. La presenza di truppe russe al confine e le continue provocazioni, come esercitazioni militari e violazioni dello spazio aereo, non fanno che alimentare l’ansia di un’imminente aggressione.

Per i Paesi baltici, la sicurezza è diventata una priorità assoluta. Essi si sono rivolti alla NATO e agli alleati europei per garantire la propria difesa e preservare la propria sovranità. L’Alleanza Atlantica ha risposto con l’invio di truppe e attrezzature militari nella regione, svolgendo esercitazioni congiunte per rafforzare la deterrenza e la prontezza operativa. Tuttavia, nonostante questi sforzi, il Baltico rimane un terreno instabile e incerto, con il costante rischio di un’aggressione russa che potrebbe scatenare una crisi senza precedenti nell’Europa orientale.

Il Corridoio di Suwalki: un nodo strategico sotto pressione

Il corridoio di Suwalki, che si snoda tra la Polonia e i Paesi baltici, è diventato un punto critico nella difesa dell’Europa orientale. Questo stretto lembo di terra rappresenta una via vitale per il trasporto di truppe e attrezzature militari tra i Paesi membri della NATO, collegando l’Europa centrale con i Paesi baltici e garantendo una continuità territoriale fondamentale per la sicurezza della regione.

Tuttavia, la sua importanza strategica non è passata inosservata agli occhi della Russia e dei suoi alleati. Il presidente bielorusso Lukashenko ha apertamente minacciato di interrompere il corridoio di Suwalki in caso di conflitto con i Paesi baltici, mettendo così in discussione la sicurezza e la stabilità dell’intera regione.

Per preservare l’integrità del corridoio di Suwalki, l’Europa ha intensificato gli sforzi per rafforzare le proprie difese e garantire la prontezza operativa delle truppe schierate nella regione. L’Alleanza Atlantica ha aumentato la presenza militare nella zona, conducendo esercitazioni congiunte e implementando misure di dissuasione per scoraggiare eventuali aggressioni russe.

La Transnistria: un focolaio di tensione nell’Europa orientale

Nel cuore dell’Europa orientale, la Transnistria si presenta come un focolaio di instabilità e tensione, con minacce significative per la sicurezza regionale. Questa regione, situata all’interno dei confini della Moldavia, ha cercato sin dal 1990 di separarsi dallo Stato moldavo per unirsi alla Russia, con il sostegno esplicito di Mosca e il coinvolgimento attivo di truppe russe e gruppi separatisti locali.

La Transnistria si distingue come un’enclave separatista, il cui status politico ambiguo e il futuro incerto alimentano timori di una potenziale escalation del conflitto e di un intervento russo su vasta scala. La presenza militare russa e l’accumulo di armamenti nella regione rafforzano l’insicurezza e contribuiscono a creare un clima di tensione costante.

Tuttavia, oltre a rappresentare una minaccia per la stabilità regionale, la Transnistria costituisce anche un nodo di conflitto tra Russia e Occidente. Mentre la Moldavia mira ad avvicinarsi all’Unione Europea e alla NATO, la Russia cerca di mantenere il proprio controllo sulla regione sostenendo i separatisti e fornendo supporto militare.

Il fronte polacco: storia, tensioni e risentimenti

Il fronte polacco, particolarmente concentrato attorno al corridoio di Suwalki, ha una lunga storia di tensioni e risentimenti che risalgono a decenni. Quest’area geografica riveste un’importanza strategica cruciale, poiché collega la Polonia ai Paesi baltici e separa la Bielorussia dall’oblast di Kaliningrad, un territorio russo.

Le tensioni nella regione sono sempre state palpabili, accentuate dalla presenza di una significativa minoranza russa e dalla memoria dei conflitti passati.

Per la Polonia, la difesa del corridoio di Suwalki è diventata una priorità assoluta. Essa rappresenta una linea vitale per la sicurezza dell’Europa orientale e la preservazione dell’integrità territoriale dell’Unione Europea. La Polonia ha intensificato gli sforzi per rafforzare le proprie difese e collaborare con gli alleati europei e della NATO per garantire la sicurezza della regione e respingere eventuali minacce russe.

Il fronte polacco rimane una zona di tensione e incertezza nell’Europa orientale, con il costante rischio di un’aggressione russa che potrebbe destabilizzare l’intera regione. La Polonia è determinata a difendere il proprio territorio e preservare la sicurezza dell’Europa orientale, ma la sfida rimane grande e richiede una vigilanza costante e una cooperazione stretta con gli alleati europei e della NATO.

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