Ponte sullo Stretto, Salini: “resisterà a terremoti più forti di quello del 1908 e a venti più forti degli uragani”

Ponte sullo Stretto, l'amministratore delegato di WeBuild Pietro Salini spiega tutti i vantaggi della realizzazione della grande opera
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I ponti sospesi sono per definizione più resistenti ai terremoti di qualunque altra struttura proprio per come sono fatti. Se venisse oggi un terremoto come quello degli inizi del ‘900 a Messina crollerebbe una grossa parte dei fabbricati e delle costruzioni che ci sono ma il ponte resterebbe lì. Se ci fosse un terremoto superiore resterebbe in piedi solo il ponte“. Lo ha garantito Pietro Salini (a.d di Webuild) ospite a ReStart su Rai Tre, rassicurando anche sul pericolo vento: “il ponte è progettato per resistere a folate di vento fino a 300km/h, mentre il massimo registrato negli ultimi 100 anni è di 100km/h per un breve periodo. L’ingegneria questi problemi li risolve, se invece dobbiamo discutere di utilità del ponte questo spetta alla politica. Sta per ricorrere l’anniversario dell’Autostrada del Sole o dell’Alta velocità: ricordate le critiche? Oggi ce ne siamo dimenticati ma gli italiani hanno dimostrato spesso: nella storia c’è sempre una prima volta che si supera con la competenza e con la voglia di rischiare“.

Salini si è quindi detto disponibile a parlarne con Elly Schlein, oggi a Messina proprio per contrastare la realizzazione del Ponte. “Io non ho parlato con la segretaria del Pd ma sono pronto a farlo ben volentieri e a spiegarle le ragioni tecniche dell’esistenza del ponte così come per esempio a spiegare che su 100 mld di investimento fatto per arrivare fino a Reggio Calabria dell’Alta velocità e altri 15 in Sicilia per fare la Messina- Palermo -Catania, forse il problema non è il ponte ma è aver scelto che il Paese sia comunque connesso da una rete Alta velocità. Una volta che si è fatta questa scelta non far fare quegli ultimi tre chilometri, far scendere i viaggiatori sprecando ore e tutto il vantaggio dell’AV mi sembra francamente poco razionale“.

L’impatto sul Pil del Ponte è rilevante, stiamo mettendo in piedi due scuole per la formazione: una in Calabria, l’altra vicino Catania. L’Università Bocconi prevede un impatto occupazionale di 120mila persone circa, noi prevediamo un picco di 8mila persone come impiegati diretti del Ponte senza contare i fornitori e stimiamo di impiegare 6mila persone nei prossimi due anni solo in Sicilia. Quanto al rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, noi abbiamo nominato Gianni de Gennaro a capo del consorzio Eurolink. In Italia il rischio di infiltrazioni mafiose c’è soprattutto nelle piccole cose, ma quando entrano in gioco grandi aziende che adottano protocolli di legalità e trasparenza continua è più difficile. Il rischio di connivenze esiste sempre ma le forze dell’ordine e la magistratura si occupano di questo: sarebbe triste non lavorare in aree del sud per questo, io vedo un gran bisogno di lavoro” ha aggiunto Salini.

Il Ponte sullo Stretto di Messina è un’opera cruciale per lo sviluppo del Sud Italia, l’occupazione, la creazione di know-how e l’attrazione di giovani talenti. Siamo pronti a partire con un progetto unico dal punto di vista ingegneristico, assicurando i massimi livelli di trasparenza e legalità, come in tutti i nostri cantieri, e creando occupazione di qualità soprattutto per i giovani“, ha aggiunto ancora Salini ricordando come i test per il Ponte sullo Stretto sono stati effettuati da principali esperti a livello mondiale e che il progetto è stato approvato all’unanimità dal Comitato Tecnico Scientifico: “Le grandi opere sono spesso al centro del dibattito in fase di costruzione, come fu in passato per l’Autostrada del Sole e per l’alta velocità ferroviaria, di cui oggi non potremmo fare a meno“. Salini ha sottolineato l’importanza del settore per dare lavoro e futuro ai giovani, in particolare nel Sud Italia, dove la disoccupazione giovanile arriva a livelli tra i più alti in Europa.

Webuild è attiva in Italia con 31 progetti, di cui 19 progetti nel Sud – ha spiegato -. In Italia siamo quasi 17.000 persone e prevediamo di assumerne altre 10.000, l’88% al Sud, entro il 2026, risorse con competenze specialistiche che non troviamo sul mercato e che stiamo assumendo e formando. Abbiamo avviato Cantiere Lavoro Italia con scuole di formazione per garantire competitività del settore e stimiamo di formare 1.300-1.400 persone all’anno. Vogliamo far ripartire il Sud, area del Paese che è stata lasciata indietro per anni, ma che sta vedendo ora una nuova fase di investimenti in infrastrutture e occupazione senza precedenti. Stiamo localizzando anche alcune produzioni al Sud. In Sicilia, abbiamo già aperto la prima fabbrica automatizzata per la produzione dei conci che andranno a rivestire i tunnel dell’alta capacità, e ne stiamo per aprire una seconda ad Enna. Investire nel Sud in tecnologia, innovazione e competenze deve essere l’obiettivo del Paese per non continuare a perdere risorse preziose. Dal Sud devono partire investimenti anche nel settore acqua, che rischia di nuovo di non arrivare nelle case e nelle industrie per la siccità. C’è un potenziale enorme per il settore – ha detto ancora Salini -. In media nell’ultimo quinquennio, il settore idrico italiano ha investito 59 euro per abitante, 23 euro in meno della media dell’Unione Europea e del Regno Unito messi insieme, e il PNRR dedica solo il 4% dei fondi al settore acqua. L’Italia ha infrastrutture idriche obsolete con perdite idriche di oltre il 40% in fase di distribuzione. È il quarto peggior Paese in Unione Europea: il 60% della rete ha più di 30 anni e il 25% ha più di 50 anni. Inoltre, solo il 4% delle acque reflue è destinato al riuso in agricoltura“. Webuild è da anni leader mondiale nel settore idrico, sia per quanto riguarda la dissalazione che per il trattamento delle acque reflue, oltre che per dighe. Oltre 20 milioni di persone sono servite ogni giorno dai soli impianti realizzati dalla sua controllata Fisia Italimpianti, mentre ulteriori 16 milioni di persone circa beneficeranno delle infrastrutture idrauliche attualmente in costruzione. “Su questo fronte, siamo molto attivi specialmente in Medio Oriente, dove il tema della scarsità idrica è centrale. Ma siamo al servizio del Paese per contribuire a risolvere il problema anche in Italia“, ha concluso Salini.

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