Che succede se spediamo un cervello “vivo” nello spazio? Will Downing potrebbe tornare in vita grazie agli alieni?

La storia di Will Downing è un'affascinante opera di fantascienza
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L’idea di inviare un cervello “vivo” nello spazio, resa celebre dal romanzo di fantascienza “Il Problema dei Tre Corpi” di Liu Cixin, da cui è nata la celebre serie TV, cattura l’immaginazione e apre nuove frontiere nella riflessione sul futuro dell’umanità e sul nostro rapporto con l’universo. Ma cosa accadrebbe realmente se decidessimo di spedire un cervello umano nello spazio interstellare?

Sfide tecnologiche insormontabili: Un Viaggio Impossibile (per ora)

L’invio di un cervello nello spazio presenta sfide tecnologiche immense che vanno ben oltre le capacità attuali. La conservazione del cervello durante il viaggio, che potrebbe durare decenni o addirittura secoli, è un ostacolo insuperabile con le tecnologie attuali.

Mantenere il cervello in vita

Creare un ambiente artificiale che replichi le condizioni fisiologiche del corpo umano, garantendo un flusso costante di nutrienti, ossigeno e ormoni, è un’impresa estremamente complessa e attualmente impossibile. Le cellule cerebrali sono estremamente delicate e richiedono un ambiente specifico per sopravvivere. Replicarlo artificialmente durante un viaggio nello spazio interstellare, con le sue condizioni estreme e variabili, è un’impresa che supera le nostre capacità attuali.

Proteggerlo dalle radiazioni cosmiche

Sviluppare scudi in grado di bloccare le radiazioni dannose provenienti dallo spazio, che potrebbero danneggiare le cellule cerebrali, è una sfida tecnologica ancora lontana dalla portata delle nostre conoscenze. Le radiazioni cosmiche sono estremamente potenti e possono causare danni irreparabili al DNA cellulare. Creare uno scudo in grado di proteggere un cervello da queste radiazioni durante un lungo viaggio nello spazio interstellare è un’impresa che richiederebbe una tecnologia rivoluzionaria che al momento non esiste.

Monitorare e riparare i danni

Implementare sistemi di monitoraggio in grado di rilevare eventuali malfunzionamenti e di intervenire per riparare i danni al cervello è un’idea fantascientifica, dato che la complessità del cervello umano supera di gran lunga le nostre capacità di comprensione e intervento. Il cervello umano è un sistema estremamente complesso con miliardi di neuroni e connessioni. Monitorare e riparare eventuali danni in tempo reale durante un viaggio nello spazio interstellare è un’impresa che supera di gran lunga le nostre capacità tecnologiche attuali.

Conseguenze etiche

Sarebbe eticamente accettabile utilizzare un essere umano come soggetto di un esperimento così rischioso e con così alte probabilità di fallimento? Inviare un cervello nello spazio significherebbe esporre un individuo a una serie di rischi inestimabili, con la possibilità concreta di non tornare mai più sulla Terra. L’etica di un simile esperimento è estremamente discutibile e solleva interrogativi profondi sul rispetto della dignità umana.

Conservazione della Coscienza

La coscienza umana sopravvivrebbe a un viaggio così lungo e traumatico in un ambiente ostile come lo spazio interstellare? Come si comporterebbe in un ambiente extraterrestre senza alcun corpo fisico? La natura della coscienza umana è ancora un mistero per la scienza. Non sappiamo se la coscienza possa sopravvivere al di fuori del corpo umano, né come si comporterebbe in un ambiente extraterrestre. Inviare un cervello nello spazio significherebbe rischiare di perdere per sempre una coscienza umana, con conseguenze etiche e filosofiche profonde.

Definizione di Umanità

Cosa implicherebbe per la nostra identità e la nostra definizione di umanità il fatto di separare la coscienza dal corpo fisico e inviarla nello spazio? Se la coscienza umana può esistere al di fuori del corpo, che cosa definisce un essere umano? L’invio di un cervello nello spazio potrebbe mettere in discussione la nostra stessa definizione di umanità e le nostre relazioni con la tecnologia.

La storia di Will Downing

Nel romanzo “Il Problema dei Tre Corpi“, Will Downing, un astrofisico malato di cancro, decide di donare il suo cervello per essere digitalizzato e inviato nello spazio a bordo di una sonda. Il suo obiettivo è quello di raggiungere Alfa Centauri, il sistema stellare più vicino al nostro, e preparare la Terra all’arrivo dei Trisolaris, una civiltà aliena ostile.

La storia di Will Downing è un’affascinante opera di fantascienza, ma rimane puramente ipotetica e priva di alcun fondamento scientifico. L’invio di un cervello nello spazio, con le tecnologie attuali e quelle prevedibili per il futuro prossimo, è un’impresa impossibile e priva di senso. Quindi, in questa realtà Will Downing non sopravvivrebbe.

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