Nel secondo giorno del G7 Clima, Energia e Ambiente, alcuni attivisti di Extinction Rebellion sono saliti sul tetto della Facoltà di Biologia dell’Università di Torino e hanno aperto uno striscione con scritto “The king is naked, G7 is a scam” (Il re è nudo, il G7 è una presa in giro). Il palazzo infatti affaccia direttamente su Piazza Carlina, trasformata in zona rossa per ospitare i Ministri all’NH Hotel. Gli attivisti che si stavano intanto radunando nella piazza sono stati fermati e allontanati.
“È il secondo giorno di G7, diverse aree di Torino e Venaria sono completamente blindate per ospitare i Ministri dei sette governi che più hanno contribuito storicamente all’aggravarsi della crisi ecoclimatica, a discapito delle nazioni che vivono oggi gli effetti peggiori”, riporta Bruno, una delle persone sul tetto. “Eppure, nessuno dei Paesi del G7 è ad oggi in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030. I governi sono nudi di fronte all’evidenza, questo vertice è una presa in giro”. Il riferimento è all’ultimo report di Climate Analytics, think tank internazionale sul clima. I sette Paesi dovrebbero ridurre le proprie emissioni di almeno il 58% entro il 2030, ma le attuali politiche sono insufficienti a mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C. La previsione è che i Paesi del G7 raggiungano una riduzione del solo 19-33% entro la fine di questo decennio.
È il quarto giorno consecutivo – si legge in una nota – “in cui Extinction Rebellion torna in azione per denunciare le politiche climatiche dei governi del G7”. Le prime iniziative il 24 aprile con l’occupazione delle Gallerie d’Italia e il 26 aprile quando un gruppo di clown si è recato alla Rai per annunciare “l’arrivo del circo del G7” e “per mettere in luce l’importanza che avrebbe un servizio pubblico come la Rai nel comunicare efficacemente la crisi climatica”. Sono poi continuate sabato 27 aprile con l’occupazione di 150 persone del grattacielo di Intesa Sanpaolo, una delle banche che più in Italia investe nel fossile, in seguito alla quale la Questura ha annunciato di avere denunciato 60 persone per violenza privata. Ieri, 28 aprile, si è infine tenuta una marcia organizzata da diverse realtà del territorio proprio a Venaria.
“Mentre il prefetto Donato Cafagna dichiara ai giornali che in città non ci sono zone rosse, intere aree della città sono in realtà militarizzate per isolare i ministri dalla cittadinanza. In questo scenario, l’azione di oggi di Extinction Rebellion è un modo per rivendicare in modo totalmente pacifico il dialogo e il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali”, continua la nota. “In uno stato democratico e di diritto non dovrebbero esistere zone rosse. Invece ne vengono create di nuove, mentre la più importante, quella della crisi climatica, viene ignorata”.