Oggi, su tutto il territorio nazionale si è tenuto il primo “Green Energy Day”, la giornata della Transizione Energetica, organizzata dal Coordinamento FREE, in collaborazione con molte delle associazioni che ne fanno parte e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. L’evento ha visto più di 50 impianti aperti a scuole, famiglie e a tutti coloro che sono interessati alle fonti rinnovabili che hanno potuto scegliere l’impianto da visitare in base alla localizzazione geografica o alla tecnologia. In particolare, si è potuto visitare impianti eolici, fotovoltaici, idroelettrici, a biomasse, biogas o biometano, alcune delle comunità energetiche già realizzate e anche edifici sui quali sono stati eseguiti interventi di efficientamento energetico. Non sono ancora disponibili i dati definitivi ma, dalle prime informazioni raccolte, l’evento è stato un grande successo e in alcuni casi le richieste hanno superato le disponibilità di posti.
“Giornate come queste sono importanti per fare cultura e sensibilizzare sull’urgenza della Transizione Energetica, e permettono ai cittadini di “toccare con mano” tecnologie poco note, facendo scoprire loro che non si tratta di impianti impattanti come spesso li si dipinge. – commenta Attilio Piattelli, presidente del Coordinamento FREE – La nostra aspirazione è quella di riuscire a innescare il desiderio d’avere impianti a fonti rinnovabili sul proprio territorio perché ci rendono indipendenti dalle importazioni di combustibili fossili dall’estero, contrastano il cambiamento climatico, contribuiscono a stabilizzare e diminuire i costi energetici complessivi di tutti, possono essere dei validi alleati per il settore agricolo e non sono pericolosi e inquinanti. Al contrario delle fonti fossili e del nucleare. L’evento sarà ripetuto annualmente e già dalla prossima edizione ci aspettiamo, come minimo, di poter raddoppiare il numero di impianti aperti”.
Tutti i rappresentanti delle associazioni che hanno collaborato all’organizzazione del Green Energy Day si sono dati appuntamento oggi presso il Castello Aragonese di Taranto per promuovere l’evento e per rendere note le azioni indispensabili per facilitare e accelerare il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione previsti al 2030 dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec).
Si è ribadito che questi obiettivi sono ambiziosi sia per poter rispettare il percorso di decarbonizzazione condiviso con l’Europa ma anche per ridurre il più velocemente possibile i rischi di aumento dei prezzi dell’energia a causa delle possibili fluttuazione di mercato determinate dalle forti instabilità geopolitiche. Si tratta di fenomeni, come abbiamo potuto apprezzare, soprattutto nel 2022, possono determinare variazioni estremamente rilevanti dei prezzi. Per esempio, da quanto si apprende dalla relazione annuale di ARERA, nel 2022 in Italia la spesa per l’importazione del gas naturale è lievitata da 12,4 miliardi di euro fino a 85,4 miliardi di euro, con un incremento di +73 miliardi di euro, che si sono tradotti in maggiori oneri per imprese e famiglie.
Per centrare i target al 2030 e agevolare sia gli interventi di efficienza energetica che di autorizzazione e realizzazioni di impianti a fonti rinnovabili, le Associazioni in conferenza stampa hanno rilevato che permangono delle criticità che vanno affrontate e risolte con rapidità. In particolare, l’attenzione è stata posta sulle seguenti misure ritenute assolutamente necessarie:
- alla luce dei recenti interventi di limitazione delle misure di supporto per l’edilizia, è indispensabile accelerare sull’emanazione di nuovi provvedimenti, organici e di lunga durata, di riqualificazione energetica degli immobili, che diano priorità agli interventi col migliore indicatore di costo efficacia e che facciano però attenzione a garantire l’accesso anche alle fasce con reddito basso. A tal proposito è possibile far riferimento al documento “Proposte del Coordinamento FREE per la riqualificazione energetica degli immobili” presentato nel settembre 2023
- serve accelerare anche sulle politiche dedicate all’efficienza energetica nell’industria poiché queste politiche scontano ritardi sia nell’emanazione di nuovi provvedimenti che nella gestione di quelli esistenti;
- le autorizzazioni alla realizzazione e alla gestione di nuovi impianti a fonti rinnovabili: sono troppi gli impianti in attesa di autorizzazione da svariati anni e a pesare spesso è la lentezza degli iter autorizzativi e le lungaggini burocratiche di Regioni e Soprintendenze ai beni culturali. È urgente il potenziamento degli uffici regionali e un lavoro congiunto tra i Ministeri dell’Ambiente, delle Imprese e Made in Italy e della Cultura;
- riordino Normativo o anche testo Unico per le rinnovabili: atteso da tempo e ormai urgente per mettere ordine al notevole numero di norme emanate negli ultimi anni e che spesso generano confusione e/o difficoltà interpretative;
- necessaria un’accelerazione sulla Piattaforma Digitale che introduce i modelli unici a livello nazionale per le procedure autorizzative;
- si ritiene che l’attuale bozza del Decreto Aree Idonee non sia adeguata agli obiettivi. E’ necessaria una sostanziale revisione della bozza con l’introduzione delle aree di accelerazione, come previsto dalla REDIII;
- problema della congestione delle reti: urge un intervento di ARERA per introdurre soluzioni che aiutino la decongestione in tempi brevi;
- FERX: serve con urgenza la sua emanazione poiché si è in una fase di assenza di misure di supporto, se si esclude la normativa sulle CER, con il serio rischio che questo vuoto e questa attesa provochino una consistente riduzione nuove installazioni;
- per il comparto biogas e biometano è fondamentale iniziare a delineare i meccanismi di supporto per lo sviluppo del settore almeno per il periodo che va dal 2026 almeno fino al 2030, attualmente assenti;
- si evidenzia la necessità di puntare sul biometano per la decarbonizzazione dei trasporti pesanti e di quelli marittimi dove allo stato attuale non esistono alternative ma si rileva la mancanza di misure sufficienti a stimolare la conversione di questi mezzi di trasporto verso questa tecnologia;
- si raccomanda di monitorare gli obiettivi di carbon capture (CCS) previsti al 2030 perché contribuiscono alla riduzione delle emissioni, ma le attuali tecniche di cattura non possono essere considerate consolidate.
“Quelle elencate sono una serie di misure tecniche e che appaiono dedicate al mondo degli specialisti energetici, ma che devono essere capite anche dall’opinione pubblica affinché i cittadini possano essere consapevoli delle dinamiche che interessano le fonti rinnovabili e quindi anche il loro futuro – conclude Piattelli – Pensiamo che su tutto ciò in Italia ci sia un grande deficit d’informazione e anche per questo motivo continueremo a proporre iniziative come il Green Energy Day“.