Un’eccezionale ondata di piogge ha trasformato le strade di Dubai in fiumi, causando inondazioni senza precedenti negli Emirati Arabi Uniti, nazione desertica nota per il suo clima arido. Ma ora c’è chi ha dei sospetti sulla possibile causa delle devastanti inondazioni: il cloud-seeding, una tecnologia meteorologica ampiamente adottata nel Paese. Negli Emirati Arabi Uniti, dove le temperature possono raggiungere livelli insostenibili, il cloud-seeding (o “inseminazione delle nuvole”) è considerata una soluzione innovativa per incrementare le scarse precipitazioni e rifornire le riserve d’acqua sotterranee. Questa tecnica implica l’uso di aerei che disperdono particelle di sale nelle nuvole per stimolare la pioggia.
Analisi dei dati di tracciamento dei voli, condotte dall’Associated Press, indicano che un aereo solitamente usato in queste operazioni ha sorvolato il Paese proprio nei giorni scorsi.
La situazione meteorologica
La situazione meteorologica ha preso una piega drammatica nella notte di lunedì 15 aprile, con piogge che hanno raggiunto il record storico: la media annuale è di 95mm di pioggia, ma solo nella giornata di martedì 16 aprile sono caduti 142mm in 24 ore.
Le ripercussioni delle inondazioni sono state immediate e severe: l’aeroporto internazionale di Dubai, un fulcro cruciale per il traffico aereo globale, è stato costretto a chiudere temporaneamente. I passeggeri sono rimasti bloccati, con voli cancellati o ritardati e il traffico aereo in tilt. Le strade si sono trasformate in fiume, bloccando le auto e allagando gli edifici.
I sospetti sul cloud-seeding
Il Centro Nazionale di Meteorologia degli Emirati (NCM), citato dal britannico “Daily Mail”, ha inizialmente negato operazioni di cloud-seeding immediatamente prima della tempesta, pur confermando attività nella giornata di domenica 14 e lunedì 15 aprile. Questo ha alimentato speculazioni e dibattiti su quanto la mano umana possa aver contribuito al disastro. Esperti nel campo sostengono che, benché il cloud-seeding possa aumentare le precipitazioni stagionali del 10-30%, non sia sufficiente per giustificare tali alluvioni. Critici e commentatori hanno invece puntato il dito contro le inadeguate infrastrutture di drenaggio della metropoli.
Nonostante gli investimenti in tecnologie avanzate, Dubai si è trovata impreparata a gestire un tale volume d’acqua, evidenziando una vulnerabilità significativa nel tessuto urbano della città.