Clamorosa sentenza a Bolzano: l’ASL pagherà 170 mila euro ad una sanitaria sospesa per non essersi vaccinata

Questa sentenza rappresenta un importante precedente legale che potrebbe influenzare le politiche aziendali e le decisioni future in materia di vaccinazioni
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Una sentenza che fa scalpore è emersa recentemente a Bolzano, gettando luce su una vertenza legale di rilevanza nazionale. L’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Bolzano è stata condannata a versare un risarcimento di quasi 170mila euro a una dirigente ospedaliera di Bressanone che è stata sospesa dal servizio a causa della sua mancata vaccinazione contro il COVID-19. Questo risarcimento rappresenta una somma eccezionalmente alta e senza precedenti, suscitando reazioni e riflessioni sulle implicazioni legali e finanziarie di tale decisione.

La sentenza

La sentenza, emessa dal giudice del lavoro di Bolzano Eliana Marchesini, ha concluso una lunga vertenza legale che ha coinvolto la dirigente ospedaliera e l’Azienda Sanitaria Locale. La donna, responsabile della farmacia interna dell’ospedale di Bressanone, è stata sospesa dal servizio a partire dal 4 settembre 2021 a causa della sua scelta di non vaccinarsi contro il COVID-19. Questa decisione ha provocato un acceso dibattito sulla legittimità delle disposizioni aziendali che prevedevano la sospensione dei dipendenti non vaccinati durante la campagna di vaccinazione.

L’avvocato Mauro Sandri e l’avvocato Olav Gianmaria Taraldsen hanno rappresentato la dirigente ospedaliera in questa vertenza legale, dimostrando la loro competenza e determinazione nel difendere i diritti della loro cliente. La sentenza pronunciata rappresenta un importante successo legale per la lavoratrice e i suoi legali, ma solleva anche interrogativi sulle politiche aziendali e sulla gestione delle risorse finanziarie.

Il risarcimento

La somma del risarcimento, pari a quasi 170mila euro, ha destato sorpresa e preoccupazione per le possibili ripercussioni finanziarie sull’Azienda Sanitaria Locale. Si tratta di una cifra considerevole che potrebbe avere un impatto significativo sul bilancio dell’ente, sollevando la questione della responsabilità finanziaria e della gestione dei fondi pubblici. Inoltre, il risarcimento record potrebbe aprire la strada a ulteriori indagini da parte della Corte dei Conti per valutare eventuali danni erariali derivanti dalla decisione dell’ASL.

Il giudice Marchesini ha fondato la sua decisione sulla scadenza della sospensione della dirigente ospedaliera, sottolineando che l’Azienda Sanitaria Locale non aveva il diritto di prolungare la sospensione oltre il 31 dicembre 2021. Dopo tale data, la competenza per la gestione delle sospensioni dei professionisti sanitari era passata agli Ordini professionali, che avevano riconosciuto il valido certificato di esenzione dalla vaccinazione della lavoratrice. Pertanto, l’ASL avrebbe dovuto reintegrare la dirigente a partire dal 1° gennaio 2022, risparmiando così ulteriori spese legali e risarcimenti.

Questa sentenza rappresenta un importante precedente legale che potrebbe influenzare le politiche aziendali e le decisioni future in materia di vaccinazioni e sospensioni dei dipendenti sanitari. La sua portata va oltre i confini regionali, sollevando questioni cruciali riguardanti i diritti dei lavoratori, la gestione delle risorse pubbliche e l’autonomia decisionale delle istituzioni sanitarie.

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