Campi Flegrei, mappa della vulnerabilità sismica: censiti 9mila edifici

Ecco tutto quello che c'è da sapere su come avviene l’analisi della vulnerabilità sismica degli edifici nell'area dei Campi Flegrei
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9mila edifici situati nell’area dei Campi Flegrei sono già stati analizzati dal Centro Studi Plinivs, a cui è stato dato il compito di creare una mappa della vulnerabilità sismica. Lo ha riferito Giulio Zuccaro, responsabile scientifico del Centro Studi Plinivs e professore ordinario di Scienza delle Costruzioni presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, in occasione dell’incontro sul bradisismo e il rischio vulcanico, organizzato oggi a Bacoli, in provincia di Napoli, dalla Regione Campania, dal Dipartimento di Protezione Civile e dal Comune di Bacoli, per coinvolgere attivamente la cittadinanza e informarla sul relativo rischio sismico nell’area dei Campi Flegrei.

Valuteremo la vulnerabilità sismica speditiva sulla base di un numero di edifici complessivo che si aggira tra i 10.000 e i 12.000 e alla fine offriremo alla Protezione Civile e al Governo i dati e le analisi necessari per quantificare la spesa per mettere in sicurezza gli edifici più vulnerabili – spiega Zuccaro – al momento sono stati censiti, in questa prima fase di valutazione preliminare prevista dal Piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone direttamente interessate dal fenomeno bradisismico, circa 5000 edifici. Altri 4000 circa li avevamo già schedati come Plinivs, prima di questa operazione”.

Come avviene l’analisi della vulnerabilità degli edifici

Di concerto con le diverse autorità coinvolte e con il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, il Centro Plinivs sta portando avanti una attività di mappatura della vulnerabilità sismica dell’area dei Campi Flegrei maggiormente interessata dagli sciami sismici che nel recente passato hanno particolarmente destato l’allarme nella popolazione. “L’attività si articola in due fasi – spiega Zuccaro – in questa prima fase le squadre di rilevatori, che sono composte da tecnici selezionati dagli Ordini professionali degli Ingegneri, Architetti e Geometri, oltre che dalla Regione Campania e da associazioni di volontariato specializzato, opportunamente addestrati, stanno raccogliendo dati attraverso un’ispezione esterna sulle caratteristiche tipologico-strutturali degli edifici nell’area considerata: dalla tipologia strutturale verticale (cemento armato o muratura), alla tipologia dei tetti, al numero dei piani alla presenza di catene o cordoli nella muratura alla presenza di telai in una sola direzione o alla percentuale delle aperture e così via“. Queste caratteristiche tipologico-strutturali sono correlate alla risposta sotto sisma degli edifici.

I dati vengono raccolti tramite tablet con una app open source chiamata ‘qfield’, personalizzata opportunamente con la scheda di analisi Plinivs sviluppata dagli scienziati. Ai tecnici rilevatori viene anche fornito un breve fascicolo informativo (Scheda Cartis Comparto, sviluppata dal Consorzio Reluis) contenente informazioni di carattere generale sulle caratteristiche degli edifici e sullo sviluppo storico dell’area, che li supporta nelle attività di schedatura. “Sulla base di queste preziose informazioni e dei dati raccolti sul campo assegneremo una classe di vulnerabilità preliminare a ciascun edificio (secondo la scala macrosismica EMS’98) – sottolinea Zuccaro – dico preliminare, ed è bene sottolinearlo, perché non entrando negli edifici la stima del grado di vulnerabilità del singolo edificio è naturalmente affetta da incertezza. Per contro, le nostre stime tendenziali – continua – ci permetteranno, con un margine ragionevole di affidabilità, di fornire un indice sintetico di vulnerabilità areale (Molto Bassa, Bassa, Medio, Alta) per ciascuna cella di 250 per 250 mt di una griglia ideale con cui suddivideremo il territorio analizzato. Questa operazione consentirà di individuare ove è più urgente un approfondimento di analisi. Pertanto, sebbene si raccolgano dati puntuali, si restituirà una prima vulnerabilità areale, appunto per la singola cella”.

Le fasi successive dell’analisi

A questo punto, interverrà la seconda fase dell’analisi del Piano straordinario della vulnerabilità che sarà condotta dal Consorzio ReLuis, sempre sotto il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile. “Una volta che i comuni avranno ricevuto le mappe con le nostre valutazioni areali – precisa Zuccaro – ciascun proprietario il cui edificio ricada nelle zone classificate più vulnerabili potrà chiedere un approfondimento di analisi di vulnerabilità per il suo singolo edificio, permettendo ai tecnici l’accesso alla propria abitazione e una valutazione, pur sempre tipologica, ma sicuramente più approfondita”.

In una fase successiva, le autorità preposte valuteranno la possibilità di acquisire anche istanze da parte di proprietari di immobili ricadenti al di fuori delle aree risultate più vulnerabili. Alla fine di tutto questo processo, si potrà fornire un quadro più chiaro della vulnerabilità degli edifici nell’area di interesse, dei relativi costi di intervento ed un primo piano di mitigazione messi a punto da ReLius per le determinazioni che il governo e le autorità competenti vorranno adottare.

In tutto questo il confronto con i tecnici del territorio è essenziale. “L’addestramento delle squadre si è incentrato non solo sulle conoscenze tecniche degli strumenti di analisi ma anche sulle conoscenze che gli esperti del territorio hanno accumulato in decenni di esperienza: questo patrimonio ci consente e ci consentirà di indirizzare meglio i nostri sforzi, rendendo tutta la procedura più efficace e soprattutto più efficiente”, conclude Zuccaro.

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